A2 - Fortitudo Bologna, Caja: «Parlare di A1 ora sarebbe presuntuoso, fumo negli occhi»

Il coach della Fortitudo Bologna Attilio Caja ha parlato a Sport Club su E-Tv. "A volte si hanno delle idee, un range di valutazioni, e la forbice può avere punti più alti o più bassi. Tutti abbiamo sottovalutato il fatto di aver cambiato 10 giocatori, e l'unico rimasto è come se fosse nuovo anche lui. Il precampionato e qualche partita di campionato ce lo aveva fatto dimenticare, poi con gli infortuni nel settore lunghi la squadra non si è potuta preparare come previsto. Qualche battuta d'arresto inaspettata, ma io sono molto contento dei giocatori che abbiamo; poi quando si fa la squadra ci si confronta sempre con il mercato, cerchi giocatori che magari hanno appena firmato altrove, o la concorrenza. Solo l'allenatore della Nazionale può prendere chi preferisce. Poi i giocatori devono incastrarsi tra di loro: c'è chi lo fa più o meno in fretta, o più o meno bene. Questo spiega questo up and down”, esordisce il coach della Effe.
Si parla anche di mercato e Morgillo. "Non penso sia la panacea dei nostri problemi”, dice Caja. "Io l'ho chiesto? No. Il suo agente è stato informato che Cremona aveva fatto altre scelte, lo ha messo sul mercato, noi abbiamo fatto le nostre valutazioni. Ne chiederò altri? Fossi convinto di un giocatore che ci desse la possibilità di fare passi avanti sì, ma ora devo pensare a far crescere quelli che abbiamo, questo è il mio compito. Quando chi abbiamo in organico crescerà, quando migliorerà Anumba che è appena tornato, quando vedremo il momento del ritorno di Mazzola, allora rivedremo le cose e capiremo se ci saranno cose importanti da aggiungere, anche perchè non penso che la società si metterà problemi a farlo. Ma adesso pensiamo ai presenti".
Si parla anche di Matteo Imbrò. “In quel momento era il migliore sul mercato; non ce ne erano, in 5 o in 4, nè di liberi nè di utili, allora abbiamo potenziato altrove. Abbiamo Sarto che faceva la riserva a Rieti, mettergli accanto qualcuno poteva dargli una mano per togliergli qualche responsabilità, e io sono sicuro che lui in un po' di tempo diventerà un buon giocatore da A1. Però ora ha bisogno di aiuto, e non avendo lunghi abbiamo pensato a cercare migliori percentuali da fuori. Cosa che non è però finora avvenuta. Cosa gli manca? Un po' tutto, non giocava da aprile e ha fatto un precampionato ai margini. Gli manca la cazzimma, l'agonismo: caratterialmente puoi migliorare ma non stravolgerti, ora stiamo cercando di farlo giocare da tiratore puro anche se non è la sua specialità, ma ha una grande mano. Mi è successo che scalando giocatori di un ruolo ci sono state svolte positive, io sono convinto che lui abbia le giuste qualità e non penso, dopo un mese, che sia stata una scommessa persa. Oggi non va bene, ma mancano ancora tanti mesi, e un giocatore in una partita può cambiare il suo percorso. Capisco che dirlo adesso è come andare contromano in autostrada, io lo stimolo di continuo, vediamo cosa sarà".
Promozione ancora obiettivo realistico? "Parlare di A1 ora sarebbe presuntuoso, fumo negli occhi. Abbiamo cambiato tutti i giocatori, qualcuno potrà essere utile in prospettiva, e io lavoro sul quotidiano senza pensare al conservare il mio posto di lavoro. Non andassero bene le cose, a fine stagione sarei il primo a farmi da parte restando sempre grato alla famiglia Tedeschi di avermi dato questa possibilità, di giocare davanti ad un pubblico che mi ha fatto emozionare e in una piazza dove si conosce il basket. So che ci sono giocatori futuribili, e so che l'anno scorso si era chiuso un ciclo, poi magari prendi un giocatore che ritieni valga 7, ma è una forbice che va dal 6 all'8: con Ogden e Freeman abbiamo toccato l'8, a volte non succede. Ripeto, solo l'allenatore della Nazionale prende chi vuole, gli altri hanno tutti dei paletti, e non è colpa di nessuno. Abbiamo fatto offerte più che buone a giocatori che non sono venuti, io sono contento di chi c'è. Poi guardo i pronostici di inizio stagione di vari siti: nessuno ci dava per favoriti”.