A2 - Brindisi sfodera ancora il fattore V e vola ai playoff

Il 3 novembre la Valtur Brindisi usciva dal palazzetto di Cento sconfitta, con una squadra a pezzi falcidiata dagli infortuni e ultima in classifica con una sola vittoria in otto partite. Esattamente 6 mesi dopo, la stessa squadra espugna il parquet della Tezenis Verona per 80-75 e si qualifica per i playoff promozione. Neanche il più ottimista avrebbe potuto immaginare qualcosa di simile non solo sei mesi fa, ma anche solo pochi giorni fa, quando una squadra in chiaro calo fisico e mentale veniva battuta senza appello a Piacenza, a Forlì e da Milano nelle ultime partite di Regular Season. Se c’è però qualcosa che questa stagione ha insegnato è che tutto può succedere quando meno lo si aspetti, così nelle due gare secche dei play-in, su due campi difficili come Avellino e Verona, Brindisi ha tirato fuori dal cilindro due prestazioni al limite della perfezione e ha conquistato sul campo l’accesso ai playoff. È il grande successo personale di Piero Bucchi, che ha saputo lavorare su un roster giovane, sfiduciato dopo l’inizio horror e con il morale a pezzi per i continui infortuni. Lo ha fatto in palestra, senza praticamente fare mercato se non per la sostituzione del fuggitivo Allen e rinunciando praticamente per tutta la stagione a De Vico, colui che doveva essere il vero collante di questa squadra. C’è da dire che, dopo una stagione in cui sembrava non volersi muovere dalle rive meridionali dell’Adriatico, la cattiva sorte si è mossa altrove e ha senza dubbio agevolato Brindisi che ha affrontato una Avellino senza Chinellato, Bortolin e Sabatino e una Verona senza Penna e Cannon. Nelle partite secche però, soprattutto in trasferta, queste assenze contano relativamente in quanto è la forza mentale nei momenti decisivi a fare la differenza. Brindisi la ha avuta e ora si troverà ad affrontare Rimini nel primo turno dei playoff. Verona è scesa in campo con le rotazioni ridotte e senza uomini fondamentali, ma coach Ramagli ha preparato la partita benissimo, giocandosela fino alla fine e soccombendo solo sotto i colpi del vero trascinatore dei pugliesi in questa post season: Giovanni Vildera. Il centro ha chiuso con 16 punti e 9 rimbalzi, tra cui quello decisivo in attacco che probabilmente ha chiuso la partita. Prima ancora però che in attacco, Bucchi la partita l’ha vinta in difesa.
IL CONTROLLO DEI RIMBALZI - Nel primo tempo Verona ha chiuso avanti di 6 punti, frutto in gran parte del dominio sotto le plance (10 rimbalzi offensivi e 25 a 13 nel computo totale). Brindisi ha accusato la stanchezza della partita giocata neanche 72 ore prima e ha praticamente lasciato tutti i rimbalzi lunghi, preda degli esterni veronesi molto abili a sfruttare il fisico e a catapultarsi con più rapidità e energia su tutte le palle vaganti. Nel secondo tempo la musica è cambiata. Radonjic, lanciato nuovamente in quintetto, Calzavara e Ogden hanno controllato meglio il tagliafuori e in generale si è assistito a un grande lavoro di squadra con tante maglie blu che si affollavano a rimbalzo tenendo a bada giocatori come Udom e Palumbo. Ciò ha generato la transizione con la quale Brindisi è tornata in vantaggio e non l’ha più abbandonato fino alla sirena finale. Una volta conquistato il rimbalzo, la squadra è sempre stata abile a correre in modo da impedire alla difesa veronese di posizionarsi, attaccando sempre dal palleggio sia con Calzavara che Brown, senza trovare opposizione dopo aver superato la prima linea difensiva.
I RADDOPPI SU COPELAND - Altro mattoncino fondamentale del successo è stata la difesa su Copeland nel secondi tempo. L’americano, unico vero terminale offensivo degli scaligeri per ovvi motivi, è andato al riposo con 22 punti. Bucchi ha provato ad accoppiargli qualsiasi difensore (Radonjic, Brown, Calzavara) senza però grandi successi, così nell’intervallo ha cambiato strategia sfruttando due cose: il fatto che Copeland non sia un play e la poca pericolosità offensiva dei suoi compagni di squadra. Bucchi ha quindi ordinato un raddoppio sistematico con il lungo, Vildera o Del Cadia a seconda di chi era in campo. L’obiettivo era chiaramente togliergli il tiro e spingerlo ad andare dentro, così da una parte l’esterno metteva pressione, dall’altra il lungo lo aspettava per chiudergli la penetrazione e costringerlo a scaricare o a commettere fallo di sfondamento. La base di tutto è stata scommettere sulla non capacità di lettura da parte di un finalizzatore come Copeland. In quei casi, un play vero legge la situazione, fa un giro dorsale evitando il raddoppio e apre sul lato debole dove, per forza di cose, c’è qualcuno libero. Copeland ha si chiuso con 41 punti, ma l’attacco veronese non è stato incisivo come nel primo tempo. Inoltre molto importante è stato l’apporto di Fantoma. Il ragazzo, che non era neanche entrato ad Avellino, è stato mandato in campo come agente speciale su Palumbo e, con la sua fisicità, ne ha limitato molto il potenziale offensivo dando importanti risposte al coach che sa come stimolarlo in determinati momenti della stagione.
INTERPRETI DIVERSI - Brindisi ha vinto perché ha saputo trovare soluzioni diverse per tutto l’arco della partita. Se nel primo quarto Vildera ha dominato, nel terzo quarto è stato Calzavara ha prendere le redini della squadra con una leadership da MVP, mentre nell’ultimo periodo è stata la volta di un redivivo Brown e di nuovo del solito Vildera. L’unico momento di appannamento è stato nel secondo quarto, ma non perché Brindisi abbia attaccato male, quanto perché non ha fatto mai canestro. Dopo aver subìto Vildera per tutto il primo, Ramagli ha deciso di chiudere i rifornimenti sotto canestro e riempire il pitturato a costo di lasciare spazio libero sull’arco. Brindisi ha letto benissimo la situazione costruendo almeno 5 triple aperte con metri di spazio che però sono state sbagliate da Calzavara, Ogden e un Radonjic dalle polveri bagnate. In questo frangente fondamentale è stato l’apporto di capitan Laquintana che, nonostante la maschera protettiva per il setto nasale fratturato, ha messo dentro tre triple che hanno tenuto in piedi l’attacco brindisino.
FATTORE V - Così come ad Avellino, anche a Verona si è riproposto il fattore V, che non sta per vendetta, quanto per Vildera. Il centro di Montebelluna ha sfoderato un’altra prestazione monumentale dominando a rimbalzo e come bloccante, ma soprattutto essendo chirurgico nei momenti topici. Così come ad Avellino è stato decisivo un suo tiro dall’angolo, così ieri un suo rimbalzo offensivo con canestro sono stati la chiave di volta in un momento in cui l’attacco brindisino si era fermato e Verona era pericolosamente a -3. Diciamolo chiaramente, questo ragazzo quando gioca partite decisive si trasforma e lo si nota già dal riscaldamento, concentratissimo anche nel fare stretching e pronto a incazzarsi con se stesso ogni volta che fallisce uno delle decine di appoggi a canestro che prova nei momenti antecedenti alla partita. Un giocatore del genere fa bene alla squadra, allo spogliatoio perché fa capire qual è il mindset da adottare, ma soprattutto carica i compagni di squadra e intimorisce i difensori avversari.
Adesso arriva il bello per la Valtur Brindisi. L’accoppiamento dei playoff dice Rimini, squadra tosta e completa in ogni reparto. Se nella partita secca Brindisi può battere chiunque, in una serie da 5 partite il compito è sicuramente più arduo. Il quintetto base è si di livello, ma la panchina non propriamente solida se non per il solo Laquintana. Del Cadia, Arletti e Fantoma, per quanto encomiabili dal punti di vista della dedizione, non garantiscono continuità di rendimento a certi livelli e, in una serie lunga, tutto questo potrebbe costare caro. Brindisi però arriva con l’entusiasmo di chi non ha nulla da perdere e da tredicesima si trova a ballare con i primi della classe. I playoff sono un campionato a parte, dove si gioca ogni due giorni, e dove tutto può succedere. Appuntamento quindi a Rimini, domenica 11 maggio alle ore 18 per i quarti di finale.