Luigi Datome, ritratto a tutto tondo di fine 2018

Luigi Datome, ritratto a tutto tondo di fine 2018

Un ritratto di un giocatore giunto all'apice della maturità agonistica, uno dei migliori giocatori d'Europa. Luigi Datome, 31 anni compiuti da una dozzina di giorni, risponde alle domande di Mario Canfora per La Gazzetta dello Sport. Un estratto.

Felicità. «È fare bene il mio lavoro. E non parlo solo della partita, ma anche come mi preparo in settimana. Ma la felicità è anche passare una bella serata con la mia ragazza, un amico, la mia famiglia. O scoprire un cantante, un artista, uno scrittore che ti accende qualcosa di nuovo dentro».

Sogno. «Una medaglia con la Nazionale. Rimango un inguaribile ottimi- sta e farò di tutto per ottenerla, finché ci sarò. Ma mi rendo anche conto che sarebbe un’impresa. Intanto, spero di disputare il Mondiale, non è mai successo».

Soldi. «Tolgono tantissimi pensieri ma ovviamente non tutti, quindi non sono la cosa più importante. Non mi faccio mancare nulla ma non credo neanche di sperperarli. Quando comincerò a ragionare più in base a quanto possa guadagnare che a quanto possa essere felice, sarà il momento in cui comincerò a pensare di smettere».

Social. «Li uso per comunicare, condividere, trasmettere ottimismo e buonumore. Sono quasi sempre su Instagram, è diventato un diario personale aperto a tutti».

Letture. «Vado a periodi. Leggo mediamente tre-quattro libri al mese. Più o meno in una vita se ne leggono 2500-3000, quindi faccio selezione, non posso leggere tutto. Tanti che non riescono a pubblicare il proprio romanzo me lo mandano sperando in un mini ritorno di immagine, dato che ogni libro lo recensisco su Instagram. Colgo l’occasione per dire che non leggo i libri consigliati dagli autori stessi». ” Preferisce la carta? «Sì, ho provato i Kindle ma per tante cose sono tradizionalista».

Capitano della Nazionale. «Lo sono da 6 anni, è un ruolo che sento mio. È una gioia enorme ma anche una grande responsabilità, cerco di farlo al meglio per i miei compagni e per tutti quei bambini che, come me alla loro età, sognano l’azzurro».

Contro i mitomani. «I mitomani sono la piaga sociale del secolo. Tanti parlano di cose che non sanno o si spacciano per chi non sono. Vedo poca onestà intellettuale e tanta presunzione. Così si cresce poco. E i social in questo non aiutano».