2023: un'altra classe formidabile per la Hall of Fame di Springfield

2023: un'altra classe formidabile per la Hall of Fame di Springfield

Oggi l'annuale grande festa di Springfield: la Hall of Fame riceverà i nuovi "miti" del basket della classe 2023, rompendo un tabù inconcepibile per la pallacanestro moderna. Tony Parker sarà il primo francese nella storia a farne parte, grazie alla sua carriera incredibile con i San Antonio Spurs e l'evento è sottolineato dalla presenza di altri due protagonisti della squadra texana. Sono il suo allenatore e mentore Gregg Popovich, tra l'altro cinque volte campione NBA e l'allenatore più vincente nella storia della regular season, ancora in attività, e Becky Hammon (sei volte All-Star, quattro volte All-WNBA Team), prima assistente donna NBA e otto anni vice di Popovich. Della classe 2023 fanno parte anche Dwyane Wade (tre volte campione NBA, MVP delle Finals), Dirk Nowitzki (campione NBA, MVP e MVP delle Finals) e Pau Gasol (due volte campione NBA, Rookie of the Year ).

In un articolo di presentazione dell'evento sul sito nba.com, Brian Colangelo racconta un aneddoto su coach Popovich: "Sarebbe entrato nella Hall anni fa per meriti, ma voleva che i suoi ragazzi entrassero per primi. È totalmente altruista da parte sua, ma sono contento che abbia deciso che sarebbe andata così." Dopo Tim Duncan (2021) e Manu Ginobili (2022), con l'arrivo di Parker oggi l'allenatore ha accettato il fatto che poteva essere il suo momento, marchiando indelebilmente con i colori degli Spurs questa annata.

"C'è una forte impronta Spurs con questa classe", ha detto Pau Gasol a proposito. “È difficile non vederlo. Sono solo felice di averne fatto parte." In effetti Gasol, oltre i titoli con Kobe e i Lakers, ha 168 partite giocate in tre anni con la maglia di San Antonio. Sarà ricordato anche per essere stato un grande sostenitore di Hammon e aver fatto una spinta pubblica affinché lei diventasse la prima allenatrice femminile della NBA.

Connessione da avversario irriducibile. "Non mentirò, odiavo gli Spurs solo ogni anno", ha detto Dirk Nowitzki. “Sono stati così bravi per così tanto tempo, picchiandoci. Erano il fratello maggiore fino a quando non abbiamo avuto una svolta contro di loro nel '06. Abbiamo avuto battaglie incredibili nella fase più alta, ma ci siamo sempre rispettati l'un l'altro." Il tedesco ricorderà per sempre il video tributo che gli Spurs gli hanno dedicato al suo ultimo passaggio a San Antonio nell'anno del suo ritiro.

Anche Dwyane Wade vanta la stessa esperienza agrodolce, lui e gli Heat hanno battuto gli Spurs per un campionato nel 2013 perso proprio l'anno successivo. Il far parte della stessa classe della Hall of Fame ha permesso a questi protagonisti di tante battaglie e polemiche di incontrarsi, parlarsi e riappacificarsi se mai ce ne fosse stato bisogno.

Due sono i motivi salienti della cerimonia che si svolge oggi a Springfield. Primo, la celebrazione dell'epopea Spurs che sarà seguita tra qualche anno da quella inevitabile dei Golden State Warriors di Kerr, Curry, Thompson e Green. Secondo, quella della seconda ondata di stelle europee nella NBA che hanno spazzato via tutti gli stereotipi sulla superiorità dei giocatori americani in attesa di celebrare quella terza ondata dei vari Antetokounmpo, Jokic e Doncic che sta illuminando gli ultimi anni del campionato americano.