Suns devastanti alla Crypto.com Arena: Brooks e Gillespie affondano i Lakers

Phoenix interrompe la striscia di 7 successi dei Lakers con una prova di forza inattesa, nonostante l’infortunio di Devin Booker.
Suns devastanti alla Crypto.com Arena: Brooks e Gillespie affondano i Lakers
© foto di nba.com

Così si chiude una serie, in modo netto e senza appello. Dopo sette successi consecutivi, i Lakers cedono in casa contro i Suns, che in un momento di forma altalenante firmano un’inaspettata dimostrazione di forza sul parquet californiano (108-125). L’impresa è ancor più sorprendente perché gli ospiti perdono subito Devin Booker, toccato all’inguine dopo un avvio brillante: fuori dopo 10 minuti, con 11 punti già a referto. La sua uscita, paradossalmente, diventa la scintilla che compatta Phoenix.

Da lì, gli uomini di Jordan Ott cambiano marcia, e soprattutto Dillon Brooks decide di indossare il costume da “superstar” per una notte. Primo quarto equilibrato (31-31), poi il canadese prende il controllo dell’attacco Suns, imponendo il suo gioco: ripetute conclusioni dalla media, creazione pulita del tiro, ritmo sempre in mano. La partita si trasforma in un duello a distanza con l’unica vera minaccia dall’altra parte, Luka Dončić, chirurgico nel punire ogni distrazione — ma con una differenza: la difesa dei Suns è molto più attiva di quella dei Lakers. Sul finire del secondo quarto, diverse letture lente dei padroni di casa vengono intercettate, con la Crypto.com Arena che comincia a rumoreggiare.

Jamaree Bouyea, onnipresente e +19 di plus/minus, ruba un pallone alle spalle di Dončić in stile Jose Alvarado e serve Mark Williams per la schiacciata. Brooks, sempre pronto a stuzzicare pubblico e LeBron James, e poi Royce O’Neale — improbabile miglior assistman della serata con 11 passaggi, eguagliando il suo record in carriera — colpiscono consecutivamente dall’arco in testa alla lunetta, alimentando un devastante 19-4 Suns.
Le prime vere bordate di fischi scendono dagli spalti mentre gli ospiti vanno all’intervallo con margine (52-66). Il pubblico attende la solita rimonta Lakers, ma la risposta non arriverà mai: Rui Hachimura resta muto in attacco, Austin Reaves e LeBron troppo passivi.

Come nel secondo periodo, Phoenix chiude forte anche il terzo: tripla di Collin Gillespie, poi transizione guidata dallo stesso verso Ryan Dunn, dimenticato dal rientro lento dei californiani. Gillespie è incontenibile: risponde immediatamente da tre a Reaves in prima intenzione e, con un drive di mano destra, spinge il vantaggio fino a +25 (113-88). La rivolta non si materializza: nel garbage time resta solo da capire se Reaves terrà viva la sua serie di gare da 10 punti, cosa che riesce sull’unica tripla della serata. LeBron, rientrato dopo uno stop, appare stanco: recuperi difensivi faticosi e un’insolita rinuncia al tiro sotto il ferro per riaprire verso Dalton Knecht nel secondo quarto — simbolo di una serata in cui non è mai davvero entrato in partita.