Shock a Washington: i Wizards beffano i Bucks nel finale, non bastano le triple (21/38)
I Bucks arrivano a Washington con l’obbligo morale di non sbagliare, contro i Wizards fanalino di coda e privi di Alex Sarr (coscia). Eppure è proprio Washington a giocare il brutto scherzo a Milwaukee: a lungo sotto anche di 16, ma mai davvero staccata, rientra e si prende la partita nel finale.
CJ McCollum firma 28 punti, Marvin Bagley III aggiunge 22 con 9 rimbalzi, abbattendo nel clutch Giannis Antetokounmpo (26 punti, 7 rimbalzi), Kevin Porter Jr. (30 punti) e compagni.
Nel ruolo del boia c’è Khris Middleton: vecchia conoscenza dei Bucks, mette 8 dei suoi 15 punti negli ultimi quattro minuti, mentre McCollum colpisce a ripetizione. Bilal Coulibaly è prezioso per tutta la gara nel rallentare Giannis e lo inchioda con un dunk sull’ultima azione, simbolo della serata. La terza vittoria stagionale di Washington nasce dalla panchina: il sorprendente Tristan Vukcevic, ben spalleggiato dal saltatore Cam Whitmore, moltiplica ingressi positivi e impatto, riaccendendo i compagni quando serviva.
Lato Bucks, l’incapacità di contenere la second unit avversaria — oltre a McCollum — pesa come un macigno, così come i palloni persi e un rimbalzo mal protetto che regalano troppe extra possessi ai Wizards. Fondamentale anche il muro su Giannis nella vernice: lavoro mostruoso di Coulibaly, con Bagley III in aiuto, per togliere profondità e linee di penetrazione. Milwaukee resta a galla più per talento che per controllo, esponendosi a strappi e a un finale in cui l’inerzia si sposta definitivamente.
Nel money time, il talento offensivo della coppia McCollum/Middleton fa la differenza contro una Milwaukee troppo dipendente dall’arco e dall’accesso al ferro di Giannis (oltre ai liberi 6/11). Doc Rivers ha molte ragioni per essere deluso: rimbalzo offensivo concesso, palle perse, punti subiti nel pitturato, mentre l’insolente 21/38 da tre maschera a lungo le lacune di un gruppo poco ispirato su entrambi i lati. Una squadra ha voluto di più dell’altra, e non era quella del Wisconsin: i Bucks si sono fatti colpire senza reagire in difesa, prevedibili in attacco e poco attenti ai dettagli, inclusi troppi liberi lasciati sul ferro.