Celtics, Tatum: "Momento difficile, c'è media day e training camp e io non ci sarò"

Celtics, Tatum: "Momento difficile, c'è media day e training camp e io non ci sarò"

Jayson Tatum ha raccontato con sincerità e intensità il suo percorso di guarigione dopo la rottura del tendine d’Achille, avvenuta in Gara 4 contro i Knicks nello scorso campionato. Nell’intervista al Boston Globe, ripresa da HoopsRumors, ha ammesso di aver vissuto momenti di profonda frustrazione: “Mi sentivo tradito dal gioco. Ho sempre dato il massimo, non ho mai imbrogliato, eppure mi è stato portato via tutto.” Le sue parole rivelano il peso emotivo dell’infortunio, il primo serio della sua carriera, e la difficoltà di accettare una stagione che potrebbe vederlo completamente ai margini. Sono passate 19 settimane dall’intervento, e Tatum ha già ripreso a camminare normalmente.

Ha raccontato che il momento in cui ha rimesso le scarpe è stato simbolico: “Ho iniziato a sentirmi di nuovo me stesso.” Sta lavorando sei giorni su sette, si confronta con altri giocatori che hanno vissuto lo stesso tipo di infortunio — come Haliburton, Lillard e Murray — e si è detto motivato a tornare più forte di prima. Coach Joe Mazzulla ha confermato che Tatum è rimasto a Boston per tutta la riabilitazione, lavorando quotidianamente con lo staff. Anche se non è ancora chiaro se potrà rientrare prima della fine della stagione, il suo impegno è totale. I Celtics, privi anche di Porzingis e Holiday, puntano su Jaylen Brown e Derrick White per restare competitivi, sperando che il ritorno di Tatum possa coincidere con la fase decisiva della stagione.

Questi sono giorni che aumentano la tristezza nella testa di Tatum, come spiega lui stesso: "Ora è la parte difficile perché hai il media day il lunedì e l'allenamento il martedì e sta diventando una realtà il fatto che non sarò là fuori ad allenarmi e giocare quando inizierà la stagione e questo è frustrante da dover vivere". Tatum giura che il tempo lontano dal campo lo motiverà ogni volta che sarà in grado di riprendere a giocare. "È un processo lungo", ha detto. "All'inizio non ti senti te stesso perché sei fermo. Hai una stecca, hai lo stivale e poi le stampelle e un deambulatore e un sedile per la doccia. È difficile sentirsi se stessi. Una volta uscito dallo stivale è stato il momento in cui ho iniziato a sentirmi di nuovo normale, ti metti una scarpa, inizi ad allenarti, viaggi di nuovo e inizi a sentirti di buon umore. Stai iniziando a sentirti te stesso".