Cantù: occasione persa con Roma, ma Clark è in crescita

11.11.2019 22:59 di  Paolo Corio  Twitter:    vedi letture
Clark al tiro
Clark al tiro
© foto di pallacanestrocantu.com

Se in passato hai dato il massimo per la maglia di Cantù, puoi essere certo che in Brianza non se ne dimenticano. Prima della palla a due ecco così arrivare gli applausi del PalaDesio per l’ex Davon Jefferson, pedina fondamentale nella scorsa e burrascosa stagione per mettere in sicurezza la salvezza con largo anticipo, arrivando poi a un soffio dai playoff contro qualsiasi pronostico. Tipo simpatico e per certi versi imperscrutabile l’attuale centro della Virtus Roma: curriculum da globetrotter e impassibile faccia da bonaccione, è in realtà un giocatore dall’altissima intensità agonistica e dall’approccio diametralmente opposto a quello del mestierante del parquet. Qualità che nel ritorno in Brianza gli hanno fatto fatturare l’ennesima “doppia doppia” nel nostro Campionato: 16 punti e 12 rimbalzi. Ovvero un solo punto in meno e la bellezza di 4 rimbalzi in più di quelli messi insieme dalla coppia di lunghi dell’Acqua San Bernardo (e per certi versi suoi successori) Wilson ed Hayes: 11 + 6 per il primo, autore peraltro di una positiva prestazione, e solo 6 + 2 per il secondo, che ancora una volta in questo torneo ha dato l’impressione di fondare un po’ troppo la sua difesa sull’innata predisposizione alle stoppate (3 pure contro i capitolini) e di difettare un po’ troppo spesso della necessaria cattiveria agonistica sotto i tabelloni.

Come osservato dopo la quarta sconfitta stagionale (terza in casa) dallo stesso coach Pancotto, la mancanza di intensità ha comunque caratterizzato tutta la squadra: “Abbiamo aspettato l’onda, facendoci così travolgere, anziché andarle incontro per scavalcarla”, ha detto con metafora marina l’allenatore originario di Porto San Giorgio. E la conseguenza è stata che, oltre a Jefferson, a fare surf in maglia Virtus è stato soprattutto Jerome Dyson, top-scorer e pure mvp assoluto con 21 punti (inclusi quelli in penetrazione del 74-76 finale), 8 assist e 6 rimbalzi. Mentre sull’altra parte del perimetro a Wes Clark è rimasto sempre metaforicamente in mano il cerino con quel doppio errore che nei secondi finali ha fatto sfumare per l’Acqua San Bernardo la possibilità di andare all’overtime di una partita prima avuta nelle mani all’intervallo (47-40), poi fatta scivolare via nella terza frazione (60-64, con un deleterio 13-24 di parziale) e infine quasi riacciuffata nell’ultimo quarto (74-74 a 32” dalla sirena con due liberi di un sempre combattivo Pecchia, autore di 12 punti).

Malgrado il letale 0/2 in chiusura (con il secondo tentativo sputato dal ferro dopo un beffardo mezzo giro interno), non c’è però nulla da rimproverare al play di Cantù, che contro Roma è parso anzi in crescita in termini di personalità (sua la coraggiosa tripla che ha riaperto il match sul 72-74 all’ultimo giro di lancetta) e di gestione della squadra. Così come, malgrado il 4/12 dal campo con 9 punti a referto, il tabellino di Collins fa registrare in positivo 5 assist e altrettanti rimbalzi. Mano invece ancora troppo imprecisa per Young, sì in doppia cifra (10), ma con un deficitario 1/5 da oltre l’arco con conclusioni anche in situazioni aperte. Come per tutti i tiratori in difficoltà, a dispetto delle marcature da osservato speciale, è ora esclusivamente una questione di fiducia da ritrovare. Dove “ora” sta per domenica prossima, 17 novembre, sul parquet di Pistoia, in una sfida già decisiva per la permanenza in A: un concetto assai lontano dalla mentalità del college e che proprio per questo coach Pancotto, magari con l’aiuto degli italiani (menzione speciale per gli 11’ di Simioni, con 6 punti e 5 rimbalzi), dovrà riuscire a far capire ai suoi giovani americani. Per riuscire a cavalcare l’onda della classifica anziché finirne risucchiati.

Paolo Corio