Bologna, Bertocchi: «Noi, da tifosi a Presidenti»

04.11.2010 09:29 di  Roberto Bernardini   vedi letture
Fonte: Il Resto del Carlino
Romano Bertocchi
Romano Bertocchi

Romano Bertocchi, infinito bianconero :"Mi auguro che Collins si ricordi da dove viene". ERA L’UOMO della transenna, del gesto dell’aeroplanino mimato in faccia ad Aza Petrovic («ogni volta che torna qui ci abbracciamo e ridiamo di quella volta»), da sette stagioni è il presidente della Virtus.

Tifoso-presidente perché Romano Bertocchi, 81 anni compiuti lo scorso 16 agosto nasce come appassionato. Considera (ricambiato) Ettore Messina come suo figlioccio, ha visto la prima partita in Sala Borsa e ricorda una grande sfida in Coppa dei Campioni con l’Honved Budapest ("all’epoca, una potenza"). E’ il presidente del parterre perché vicino alla sua panchina non riesce a stare - "Claudio Sabatini me l’ha chiesto tante volte, ma non riuscirei a star zitto, mi conosco" – ed è pronto a ritrovare Pesaro e la Scavolini.

1. Da tifoso a presidente: cosa cambia?

1. "Forse l’atteggiamento. Oggi, da presidente, devo essere più controllato. Da tifoso, magari, pur rispettando l’avversario, mi lasciavo andare".

2. Cos'è per lei la Scavolini?

2. "Mi viene in mente il palasport di viale dei Partigiani. Era sempre tutto esaurito, come il PalaDozza, a Bologna. Però Santi Puglisi, oggi a Brindisi – me l’ha ricordato proprio lui, nei giorni scorsi – un posto me lo trovava sempre".

3. Cos'è per lei la Virtus?

3. "Una cosa di famiglia, alla quale non posso rinunciare".

4. Una cosa che non rifarebbe da tifoso?

4. "Non ho mai fatto nulla di cui poi mi sarei pentito. Sulla mia scrivania, però, ho una foto dove sono in piedi sulla transenna. Oggi non lo rifarei. Ma non ho mai fatto nulla di male. Anche nella famosa partita della cacciata di Madrigali, dopo l’esonero di Messina, mi adoperai perché i tifosi rientrassero in curva".

5. Una cosa che vorrebbe fare da presidente?

5. "Mi piace quello che faccio ora. Vado alla partita, vedo la squadra. Sono i miei ragazzi, dai dirigenti allo staff tecnico. Senza dimenticare i giocatori. Siamo un bel gruppo».

6. Qual'è stata la gioia più grande che la sua squadra le ha dato?

6. «Barcellona 1998 tutta la vita. Le lacrime, le risate, la gioia, la festa con Ettore, il Prof, la squadra. Stupendo".

7. Ha la bacchetta magica: che amarezza cancellerebbe?

7. "Strasburgo 1981. Arrivammo al palazzetto, ci avevano persino tolto le targhette dai posti numerati. Ero con mia moglie e mia figlia. Se ci ripenso mi arrabbio ancora. Non ho dimenticato quella fischiata di Van der Willige".

8. Il giocatore che ha amato di più?

8. "Sugar. Con Richardson ci sentiamo ancora, siamo amici. Poi Danilovic, ma sono stato molto legato a Cosic. Ho vissuto da vicino la sua malattia, con l’amico Pino Grdvic che mi teneva informato. E Ginobili. Qui è diventato difensore, nella Nba è sbocciato un fenomeno".

9. Da presidente, quale giocatorre non comprrerebbe più per la sua squadra?

9. "Ricomprerei tutti i giocatori che abbiamo. Magari ne aggiungerei qualcuno in più".

10. Chi toglierebbe ai suoi avversari domenica?

10. "Collins. E’ un ragazzo d’oro. Ho visto che ora distribuisce 10 assist a partita. Lo ricordavo più realizzatore. Non vorrei avesse tenuto tutti quei punti che ha nelle mani proprio per noi".

Alessandro Gallo