A2 - Gara 5 è di Rimini, ma Brindisi chiude la stagione con ottimismo

22.05.2025 19:42 di  Michele Longo  Twitter:    vedi letture
A2 - Gara 5 è di Rimini, ma Brindisi chiude la stagione con ottimismo
© foto di Valtur Brindisi

This is the end, cantavano I Doors, ma se per la band americana la fine era “l’unica amica”, nel caso della Valtur Brindisi non è di certo così. Salutata da centinaia di tifosi arrivati dalla Puglia e dal correttissimo e bellissimo pubblico riminese, i biancoblu si congedano da questo campionato di A2 con l’abbraccio dei propri supporter e di una città intera che ha seguito trepidante in tv l’esito della partita . Gara 5 è di Rimini, vittoriosa per 81-74 e che ora affronterà Forlì in semifinale playoff. Troppo più lunghi i romagnoli rispetto a Brindisi e, in serie lunghe che si chiudono a Gara 5, è un dettaglio che fa la differenza. La partita è stata bellissima, intensa, combattuta fino a pochi secondi dalla fine quando Calzavara, sul -4, ha fallito due dei tre tiri liberi che gli erano stati accordati. In quel momento Brindisi non ha potuto fare altro che alzare bandiera bianca, ma sia chiaro, Brindisi non ha perso per quei tiri liberi. I pugliesi hanno perso la partita semplicemente perché avevano meno frecce nel proprio arco, meno possibilità di tenere lo stesso ritmo e la stessa intensità per tutti i 40 minuti. Rimini è partita forte, anzi fortissimo segnando 28 punti nel solo primo quarto, con il chiaro intento di dare subito lo strappo decisivo e non trovarsi a giocarsi tutti negli ultimi minuti quando la palla scotta di più. Brindisi d’altro canto è stata bravissima a restare in partita e, anche quando era sotto di 13 punti, ha continuato a macinare gioco e a sfruttare ogni occasione per avvicinarsi nel punteggio. Come già visto nelle quattro precedenti partite, Rimini è una squadra molto forte, ma poco costante nell’arco dei 40 minuti, così Bucchi, non appena ne ha avuto l’occasione, ha portato il match sui binari che predilige, ovvero quelli della partita “sporca”, fisica e dove vince chi lotta di più. Decisivo è stato un altro parziale a inizio quarto quarto, ma questa volta di Rimini che, con un terrificante 10-0 ha portato dalla sua la contesa e alla fine l’ha vinta anche meritatamente. Brindisi ha fatto il massimo, oggettivamente già arrivare a Gara 5 è stato un mezzo miracolo e non ha nulla da rimproverarsi. Più di così era davvero impossibile.

JOHNSON DECISIVO - C’è stato un momento, nel terzo quarto, in cui l’inerzia era tutta dalla parte di Brindisi. Il quintetto small ordinato da Bucchi, con Ogden da lungo a tre esterni, aveva nuovamente messo in crisi la difesa riminese. Questa volta però Dell’Agnello è stato abile a trovare la contromossa giusta. Fuori Camara, stop ai pick ’n roll centrali e tiri da tre a profusione. Le opzioni dell’attacco biancorosso erano due. In primo luogo la transizione veloce sfruttando l’abilità di Robinson a incunearsi nella difesa ancora non perfettamente posizionata di Brindisi; se questo primo attacco non andava bene, allora immediatamente palla in post a Johnson che, contro Ogden e poi contro Radonjic ha sempre trovato la via del canestro grazie al suo notevole strapotere fisico e il suo gancetto delicato. Ottima mossa che ha permesso a Rimini di rimanere a galla nel momento peggiore della sua serata. Nell’ultimo quarto ci hanno poi pensato Tomassini, Robinson e uno strepitoso Marini a chiudere la contesa, dimostrazione che si possono pensare tutte le difese possibili, ma di fronte al talento di certi giocatori c’è poco da fare. In particolare Marini è stato decisivo con una tripla sublime, successiva a un giro di schiena per crearsi lo spazio, e con il rimbalzo e canestro di pura voglia e agonismo susseguente a un un suo stesso errore.

SLIDING DOORS - Si può pensare che il momento decisivo sia stato sui liberi di Calzavara finiti sul ferro, ma la vera sliding door è stata in chiusura di terzo quarto. Brindisi era avanti di 3, aveva eseguito un ottimo attacco e costruito una tripla per Fantoma dall’angolo con metri di spazio. Il giocatore, che se si togliesse un po’ di timidezza di dosso ci starebbe alla grande nelle rotazioni di una squadra come Brindisi, la rifiuta e passa la palla a Ogden in posizione centrale che, a sua volta, aveva almeno 2 metri di spazio dalla sua mattonella preferita. Altra tripla rifiutata, palla messa a terra per andarsi a scontrare contro la difesa riminese collassata nel pitturato, infrazione di passi e palla persa. Azione successiva e canestro di Rimini. Si è passati quindi da un potenziale +6, poi le triple bisogna anche metterle, al -1 con cui si è concluso il quarto e da cui è partito il tremendo parziale di inizio ultima frazione. In generale però Brindisi ha visto in questa quinta partita come non si possa fare a meno di una panchina affidabile e di giocatori di striscia, soprattutto tra gli stranieri. Nel parziale di 10-0 di Rimini, decisivo al contrario è stato Brown che, con due difese rivedibili e due attacchi folli ha permesso ai biancorossi di accelerare e calcare sul loro temibile attacco in transizione. L’americano ha giocato un’altra partita insufficiente e troppe volte quest’anno, prima con Allen poi con lui, Brindisi ha dovuto fare a meno di quella che dovrebbe essere la principale bocca di fuoco della squadra. Che la panchina di Brindisi non fosse all’altezza si sapeva già, ma se a mancare è nuovamente il capitano allora c’è davvero poco da fare. Laquintana, dopo un’ottima Gara 4, ha chiuso con -20 di plus minus in appena 10 minuti di gioco e non ha giocato praticamente per tutto il secondo tempo (come già successo in Gara 3), tanto che Bucchi gli ha preferito Fantoma. Così vincere è semplicemente impossibile e Laquintana deve essere il primo a farsi un serio esame di coscienza per capire per quale motivo non è mai stato il valore aggiunto di questa squadra, pur essendo il giocatore di maggiore esperienza e con più presenze in A di tutti. 

DI NUOVO AMORE - Brindisi farà un’altra stagione di A2, non ha superato i quarti di finale nei playoff, ma ha comunque raggiunto un grande risultato: ha riconquistato la città. Era da almeno due anni che non si vedevano tanto amore per la squadra, centinaia di tifosi al seguito in trasferta e il pubblico in totale simbiosi con la squadra. Ha ragione Bucchi quando dice che questi ragazzi hanno lavorato duro e la città se n’è accorta, lo ha apprezzato ed è tornata ad essere il famoso sesto uomo che ha regalato tanti punti in classifica negli ultimi anni. Se c’è un punto da cui ripartire, prima ancora dei giocatori e del DS, è proprio questo ed è una base fondamentale per ritornare nella massima serie e fare in modo che il PalaPentassuglia, che tutti sperano diventi la New Arena, ritorni a ospitare i migliori giocatori d’Europa.