NBA - Sergio Scariolo racconta la vita nella "bolla" di Orlando
I Raptors, provenendo dal Canada, hanno sopportato il percorso più lungo per arrivare al Restart di Orlando. Ma come si vive dentro la bolla? Lo ha chiesto a Sergio Scariolo Bresciaoggi nell'edizione odierna. Le sue parole.
Disney, no tourist. Questo è un ritiro, non abbiamo accesso a tutti i parchi, non facciamo vita da turisti. Abbiamo percorsi obbligati anche per il tempo libero, non possiamo andare dove vogliamo.
Allenamenti. Noi abbiamo il campo direttamente nel nostro albergo. Capita però che a volte sia assegnato ad altre squadre e allora dobbiamo trasferirci in pullman da un'altra parte,massimo 10 minuti di viaggio. Pur nella difficoltà della situazione, i disagi sono minimi.
Passatempi. A disposizione abbiamo un laghetto per chi vuole rilassarsi con la pesca e anche un campo da golf. I giocatori qui hanno più tempo libero ma tra i trattamenti personali e le sedute di tiro extra non rimane molto da fare.
Per noi allenatori, poi, il lavoro è senza sosta: bisogna monitorare costantemente le condizioni dei giocatori, aggiornare i dati di rendimento e quelli sulle avversarie.
Calvario Raptors. Ci si abitua a tutto, ma l'assenza delle famiglie per un periodo così prolungato è pesante per tutti. Noi veniamo poi dalla routine di quattro mesi di confimnamento. E siamo andati in ritiro 15 giorni prima degli altri.
Non abbiamo potuto far arrivare i nostri giocatori americani in Canada, altrimenti avrebbero dovuto fare due settimane di quarantena. Così abbiamo deciso di anticipare i tempi e andare subito in ritiro in Florida, in un posto diverso da questo.