NBA - Danilo Gallinari e una stagione sopra le righe tra Atlanta e Tokyo

NBA - Danilo Gallinari e una stagione sopra le righe tra Atlanta e Tokyo

Danilo Gallinari manda in archivio una delle migliori stagioni in assoluto della sua carriera, e non solo. L'ottima cavalcata con gli Atlanta Hawks che mai l'aveva portato così vicino a giocarsi il titolo NBA, l'avventura olimpica con la Nazionale azzurra, e la nascita della figlia Anastasia. Ecco alcune delle sue risposte nell'intervista al Corriere della Sera.

Amarezza Francia. Siamo arrivati talmente vicino alla vittoria, davvero a un passo dalla rimonta, non c'è dubbio che l'amarezza resti. Ma non possiamo rimproverarci nulla, abbiamo lottato, combattuto fino all'ultimo.

Amarezza Abass. L'ho chiamato quando ero ad Atlanta comprendendo il suo grande dispiacere. Gli ho parlato anche dopo, ringraziandolo, perché se ero arrivato a Tokyo lo dovevo anche a lui, oltre a Sacchetti che mi ha convocato. Un colloquio sereno, ho voluto farlo di persona, era giusto che gli parlassi.

Meo Sacchetti. È diretto, trasparente, ti spiega le cose. Credo sia stato difficile anche per lui chiamare me e non convocare più Abass. Ci si può parlare tranquillamente, esprimersi, quando i risultati arrivano è merito della squadra, ma anche di chi la guida. Bravissimo a creare il gruppo, il complesso, la squadra, a farci credere nel sogno.

Atlanta. Abbiamo scioccato la Nba, siamo stati la sorpresa, arrivando vicini al titolo. Continuerò qui? Ho un contratto (20 milioni di dollari all'anno per altre due stagioni, ndr), ma nella Nba non si è mai sicuri di nulla. Ho imparato, lo so per esperienza ormai, che può succedere di tutto.

Superteam. È il trend della Nba. Alla base ci sono due motivi. Il primo: i campioni sono spinti dalla ricerca quasi spasmodica dello scudetto. Chi non l'ha ancora conquistato vuole la migliore squadra possibile. Il secondo: la nascita costante di nuovi talenti. È per questo che è sempre più difficile.