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- A2 girone Verde: Luca Bechi e la Stella Azzura on fire

L'allenatore della squadra romana ha resistito ad un inizio di stagione da incubo ed ora punta alla salvezza in modo deciso col passo da grande
21.02.2023 07:45 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PB - A2 girone Verde: Luca Bechi e la Stella Azzura on fire

A memoria del sottoscritto sono davvero pochi i casi come quello della Stella Azzurra maschile di A2: dieci partite di campionato, le prime della stagione, dieci sconfitte. Eppure Luca Bechi, quasi 53 anni da Livorno con una lunga carriera  di buonissimi risultati, allenatore arrivato nella scorsa estate, non solo è rimasto al suo posto, ma non s’è sentita nessuna voce su un eventuale cambio.

Diciamo la verità, insolito nel mondo dello sport dove la colpa delle cose che vanno male è sempre dell’allenatore. Invece Bechi è rimasto e dal 18 dicembre, giorno della prima vittoria a Latina, ha preso a viaggiare in modo importante: 6 vinte e 4 perse nelle ultime dieci. Le motivazioni alla base di questa scelta arrivano dalla società in primis. Squadra nuova, giovanissimi, giovani e meno giovani da assemblare e soprattutto dopo anni di conduzione tecnica da parte di Germano D’Arcangeli, un nuovo tecnico, di grande esperienza e bravura al quale tutto l’ambiente della Stella si è dovuta abituare. “Il messaggio a me è sempre arrivato forte e chiaro  - dice a pianetabasket.com Luca Bechi – si va avanti così. Anche perché tutti ci rendevamo conto che la squadra ogni giorno in palestra lavorava davvero bene. C’era da ricostruire un gruppo che l’anno scorso sul campo era retrocesso ed era moralmente un po' depresso. E poi – guai a cercare alibi o scuse ma bisogna anche essere realisti – delle dieci sconfitte iniziali due sono arrivate per un punto, due per due punti, e tre al supplementare. Il che apre una riflessione sulla nostra capacità di gestire i minuti finali delle partite punto a punto. Comunque proprio dopo uno di quei supplementari a Cantù, la decima sconfitta, io nel dopo partita dissi “Ci salveremo”.

Anche con l’Urania Milano domenica scorsa, siete stati sconfitti per un tiro sulla sirena…

C’è un bel pò di rabbia devo dire. Mi spiace per i ragazzi soprattutto e forse la sfortuna è anche un po' fisiologica in una squadra con tanti giovani. Il basket non si valuta per gli episodi finali: in fondo quel tiro finale lo abbiamo sbagliato anche noi qualche volta ed in casa dell’Urania a 4 secondi dalla fine avevamo segnato il canestro del sorpasso. Queste sconfitte fanno esperienza per i nostri ragazzi, un’esperienza che gli tornerà utile. E non c’è dubbio che una crescita importante  c’è stata al di là dei risultati, che qui alla Stella Azzurra contano certamente ma sullo stesso piano appunto della crescita dei giocatori”.

Che squadra è la Stella Azzurra di quest’anno?

Siamo una squadra senza grande gioco interno perché non abbiamo un centro di quelli classici. I nostri giochi per i lunghi sono dinamici anche perché abbiamo esterni che giocano ad alto ritmo. Le cose sulle quali lavoriamo con puntiglio e particolare attenzione sono tre: la ricerca di un equilibrio tra il nostro ritmo e le palle perse; il ritmo al quale vogliamo giocare che dobbiamo cercare di non abbassare e di conseguenza il controllo dei rimbalzi per i quali ognuno dei nostri deve essere responsabile”.

Com’è il livello della A2 quest’anno?

"Nel nostro girone ci sono squadre molto forti che contribuiscono ad un livello molto alto. Ci sono molte squadre che non mollano mai e con le quali devi essere concentrato anche dopo la sirena finale per usare un paradosso. Torino e Cremona mi sembrano molto solide ed Agrigento mi piace perché secondo me è la squadra che più di tutte esalta le individualità ed il gioco di squadra giocando molto bene".

Adesso il vostro obiettivo qual è fermo restando che volete rimanere in A2?

"Siamo nella battaglia e puntiamo al nono posto, che è distante due punti. Abbiamo ancora quattro partite tra le quali Latina che è ottava e con la quale abbiamo già una vittoria a nostro favore. Nelle prossime tre partite   a Cremona, in casa con Cantù ed a Rieti - dobbiamo fare in modo di mantenere lo stesso distacco da Latina che affrontiamo in casa nostra nell’ultima di stagione regolare."

Il Luca Bechi capo allenatore di oggi quanto è diverso da quello delle prime esperienze da capo allenatore?

"Io credo che l’evoluzione di un buon allenatore passi anche attraverso la capacità di adattarsi alle situazioni che si trova davanti. La flessibilità è un’arma vincente. Buon senso. Questa esperienza mi arricchisce: mi trovo a gestire quasi due generazioni diverse di giocatori, diverse culture tra italiani - siamo i primi per minutaggio degli italiani – americani, un venezuelano, un argentino, ragazzi africani, slavi. Io non sono mai stato molto amante della tattica, a me piace una pallacanestro aggressiva, di ritmo. Ho smussato certi angoli del mio carattere, certe rigidità alla ricerca di una maggiore empatia. Per mettersi dalla parte dei giocatori ogni tanto perché non si deve mai smettere di cercare, aggiustare, imparare."