Biella alla Final Eight, Marco Atripaldi: "Un grazie ai tifosi"

Cinque minuti, quant'è durata l’avventura dell’Angelico Biella alla Final Eight. Cinque minuti affrontati alla pari nel duello contro l’acerrima rivale Cantù, poi il crollo, un black-out fisico e mentale che ha interrotto tutto, forze e idee. Merito sicuramente del team di Coach Andrea Trinchieri, senza ombra di dubbio il roster più in forma dell'intero torneo, uscito poi sconfitto a testa altissima nella finale contro Siena. Toccare il cielo con un dito, battere la corazzata Milano, stupire, e dopo pochi giorni sprofondare di colpo nel buio più totale: anche questa è Biella, una squadra che vive di alti e bassi, di entusiasmi e delusioni, e che proprio per questo non smette mai di sorprendere. Nella splendida cornice del Palaolimpico di Torino, ne abbiamo parlato a caldo con Marco Atripaldi, Amministratore Delegato del club biellese.
Dall'impresa di Milano al disastro di Torino. Marco, cosa è successo in pochi giorni?
Tanto che abbiamo perso un giocatore importante come Viggiano e non siamo riusciti a recuperare Chessa, e questo un po’ ci ha condizionato già in settimana sia negli allenamenti che nel morale, e poi che abbiamo incontrato un avversario, Cantù, più forte di noi e la partita purtroppo è finita presto. Non siamo riusciti a trovare le energie, le risorse, le individualità, le qualità, nulla per reagire. È una qualcosa che non appartiene a questa squadra, probabilmente la particolarità della competizione, la pressione, tanti tifosi arrivati da Biella e un Palazzo così grande hanno giocato un brutto scherzo anche alla forza mentale dei nostri giocatori, soprattutto dei più giovani. Direi che i due ragazzi più attesi, Sosa e Slaughter, non sono pervenuti e non siamo riusciti a trovare altre soluzioni. Dall’altra parte purtroppo abbiamo trovato un avversario veramente forte, più forte di noi, che ci ha impedito qualunque tipo di reazione. Loro sono stati molto bravi, ci hanno ‘rullato’, come si suol dire, e mai forse il termine è più adatto di questo; ci sono passati sopra, non hanno mai mollato, non hanno sbagliato niente, hanno difeso, sfruttato tutti i nostri errori mandandoci in stato confusionale. Purtroppo si è visto, succede. Una sconfitta così bisogna dimenticarsela in fretta e pensare al campionato.
I tantissimi tifosi giunti al Palaolimpico non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, nonostante la partita per voi si fosse indirizzata male già dopo pochi minuti. Encomiabili.
Sì, non saranno stati certo felici dopo un risultato del genere. Sicuramente il dispiacere più grande è per loro, per il pubblico, per i mille e più che hanno partecipato alla trasferta. Li ringraziamo, ci hanno sempre sostenuto, anche sotto di venti e trenta punti. speravano come tutti noi che la squadra avesse un moto d’orgoglio, soprattutto di reazione, e invece purtroppo questo non c’è stato. Forse la bravura di Cantù è stata quella di togliere subito, o quasi subito, la speranza a tutti di poter rimontare. Loro sono stati bravi, noi abbiamo pagato un po’ la nostra inesperienza, in quel momento purtroppo anche la limitatezza del roster e non siamo riusciti a trovare altre soluzioni. Comunque grazie ai nostri tifosi, noi a Torino ci siamo arrivati ed è già stata una grande soddisfazione. Speravamo di fare meglio e non siamo certo contenti di come sono andate le cose, siamo molto dispiaciuti per la brutta figura ma nello sport succede: abbiamo dominato a Milano e dopo cinque giorni siamo stati dominati da Cantù. Ora speriamo di tornare a vincere domenica contro Sassari. Davanti al nostro pubblico faremo sicuramente una grande partita.