FIP - Salvati i dilettanti nel DPCM, è ora di distinguerli dagli amatori

FIP - Salvati i dilettanti nel DPCM, è ora di distinguerli dagli amatori

Negli ultimi due giorni ha tenuto banco la possibilità, in astratto, che il nuovo DPCM di ottobre, valido per i prossimi 30 giorni ma le cui linee guida ci accompagneranno almeno fino al 31 gennaio 2021 nelle intenzioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, andasse a proibire la prosecuzione dei campionati non professionistici degli sport di contatto. 

Questo perché la legge 91/81 divide la platea degli sportivi in due categorie, professionisti e non. Abitualmente, all'interno del secondo gruppo, facciamo una distinzione tra dilettanti e amatori che legalmente non esiste.

Da qui il timore che ci potesse essere una stretta sull'attività dei campionati dalla A2 in giù e dei campionati femminili, almeno per quanto riguarda la pallacanestro, manifestato anche da un intervento del Comitati 4.0.

Sul divieto di sport da contatto (calcio, basket, judo, karate, etc) il governo ha trovato una discriminante chiarificatrice per salvaguardare le società e i loro investimenti, gli atleti e la loro salute.

Il compromesso consentirà di proseguire la pratica sportiva all'interno delle società professionistiche e dilettantistiche. 

Il discrimine sarà dunque il rispetto dei protocolli anti­Covid che le società sportive, sia amatoriali che professionistiche, sono tenute a seguire. 

Le partitelle estemporanee di calcetto tra amici al parco o al campetto non saranno più possibili, ma la pratica degli sport da contatto all'interno delle società sportive si.

La vicenda rilancia una proposta che avevamo fatto nello scorso aprile (qui) sulla necessità di separare i dilettanti dagli amatori. Sistemare la loro posizione giuridica e previdenziale (il femminile è completamente scoperto a tutti i livelli) dopo 39 anni ridisegnando una realtà di società che potrebbe rilanciare la pallacanestro italiana.