Sandro Gamba e l'Olimpia: "Credo al colpo di coda, ma va cambiato l'assetto tattico"

Sandro Gamba e l'Olimpia: "Credo al colpo di coda, ma va cambiato l'assetto tattico"

Commenta come ogni martedì il grande coach Sandro Gamba il momento dell' Olimpia Milano sulle pagine de La Repubblica edizione Milano, considerazioni importanti alla luce del doppio impegno con le squadre turche da cui esito dipende la qualificazione ai playoff di EuroLeague della formazione allenata da Simone Pianigiani, stavolta chiamato in causa.

"I troppi rimbalzi persi. La difesa, individuale e di squadra. Le troppe palle perse. Il calo nel terzo e il crollo nell’ultimo quarto. Potrei riscriverlo all’infinito, questo commento. Quasi senza vedere le partite. E invece le guardo, e mi addolorano. Tutte uguali. Quattro sconfitte in fotocopia. Senza che intervenga un cambio, di assetto o tattico, per cercare di invertire la rotta. Io ci credo ancora al colpo di coda in Eurolega, perché la squadra c’è e c’è stata tutto l’anno a livello di valore di singoli, e perché Pianigiani è allenatore di livello ed esperienza internazionale. Sono due partite, Fenerbahçe ed Efes: allenamenti mirati, due minuti due di discorso in spogliatoio per entrare nella testa dei giocatori. Provarci.

Continuo a leggere del discorso della stanchezza, della difficoltà del calendario. I calendari si conoscono da agosto, la stagione è questa, l’Armani è strutturata per arrivare fino in fondo. E allora, o c’è stato qualcosa di sbagliato nei sistemi di allenamento, nella preparazione, se è vero che Milano è così scarica. O forse questa ricerca dell’alibi per le sconfitte che arrivano può essere controproducente. Se la difesa è un male cronico, io dico - e ogni allenatore lo sa - che è sempre la fase del gioco dove un allenatore può intervenire in ogni momento, si può sempre migliorare. Basta sapere in che direzione. Prendiamo Calathes, che ha dominato col Panathinaikos: mai pressato o anticipato, nemmeno mai lasciato con tanto spazio per tirare da tre (che non è nella mia mentalità: ai grandi giocatori avversari devi far provare l’ossessione del contatto, devi togliere certezze con le marcature fisiche). Milano deve uscire dal suo limbo tattico.

I centri, infortunato Gudaitis, non sono un granché? Bene, si può giocare con un playmaker e quattro ali, provare a essere più bassi e velenosi. Decidere. E veniamo a Mike James, di cui si fa un gran parlare. A chi non piace una individualità del genere, che segna 35 punti a Madrid, che fa canestro anche dallo spogliatoio? Però bisogna anche dirlo che i suoi avversari ne segnano sempre tanti, che si stampa al primo blocco, che non ha risolto una sola situazione difensiva da inizio campionato. Si è MVP anche così.