LBA - 10 milioni, profondo rosso della pallacanestro italiana di vertice

28.10.2020 16:30 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
LBA - 10 milioni, profondo rosso della pallacanestro italiana di vertice

Il campionato 2018-19 di serie A di pallacanestro, vinto dalla Reyer Venezia, dal punto economico-finanziario è stato un vero bagno di sangue: una società è fallita (Torino), una seconda quasi (Avellino) e le consorelle tutte insieme hanno presentato un deficit complessivo di quasi 10 milioni di euro. 

Questa è l'analisi fatta da Matteo Spaziante di calcioefinanza.it alla quale vi rimandiamo per tutti i dettagli del caso e tutti i vari distinguo.

Ed è proprio la Reyer Venezia l'unica società a chiudere il bilancio in attivo +123.897 euro, con 5,8 di salari su 10 milioni di ricavi. Tutte le altre in deficit compresa l'Olimpia Milano e la Pallacanestro Reggiana per le quali però non vale il risultato parziale in quanto chiudono i bilanci al 31/12 e non al 30/06 come le consorelle.

La serie LBA ha un giro di affari complessivo di 90 milioni di euro, di cui 30 sono il fatturato della sola Olimpia Milano. E' facile così comprendere il valore reale della pallacanestro di vertice in Italia: scarso. Per essere uno sport di successo avremmo bisogno di almeno una decina di Olimpia...

Calcioefinanza.it fa notare che non è stato depositato il bilancio della Pallacanestro Varese, ed è una cosa grave a nostro giudizio visto che non è stata rilevata dalla Com.Te.C. per due stagioni di fila.

Ognuno di noi, leggendo le cifre, può farsi un'idea della gestione di ogni singola squadra. Tre di loro hanno concluso i bilanci riportando perdite intorno ai due milioni di euro: Reggio Emilia e Virtus Bologna sono poi sarebbero state ripianate personalmente dai proprietari Landi e Zanetti rispettivamente, Trieste ha scontato l'arresto del proprietario Scavone di Alma e si comprende lo sforzo della nuova proprietà e dello sponsor Allianz per evitare il crac.

Letto con questi numeri si comprende che la pallacanestro di vertice in Italia non è un grande business. Si comprende perché abbia così poco valore aggiunto anche per la televisione, per la pubblicità. E quanto poco tanti addetti ai lavori abbiano fatto negli ultimi dieci anni per sostenere il fatturato di un movimento in regresso costante.