LBA - Sandro Gamba "Gestire i tempi morti in trasferta"

LBA - Sandro Gamba "Gestire i tempi morti in trasferta"

E' di nuovo martedì, e come sempre ritorna Sandro Gamba a scrivere di Olimpia Milano e pallacanestro nel consueto contributo sulle pagine de La Repubblica edizione Milano.

"Addirittura c'era chi si portava dietro gli scacchi. Tanto lo sapevi, e prima o poi accadeva di rimanere bloccati in trasferta, con gli aeroporti paralizzati dalla neve, o dalla nebbia, o da una tempesta d'acqua. E rischiavamo pure di rimanere fermi in treno, che allora era un mezzo molto più utilizzato di adesso, pure per le trasferte più lunghe come quelle in Unione Sovietica.

Una volta rimanemmo sui binari in mezzo alla steppa per 24 ore, durante il ritorno da Mosca. Isolati nel nulla. E per fortuna che i riscaldamenti funzionavano, e che ci diedero da mangiare. Non ci si agitava più di tanto.

Solo che lì, il tempo trascorre lentissimo, non sai quando arriverà la fine: la nostra preoccupazione, se il contrattempo capitava all'andata, come nei tornei di Natale che si giocavano a Bruxelles, era soltanto di fare in tempo per la palla a due.

Si aspettavano le comunicazioni del comandante dalla cabina. E a volte reagivamo alla grande, perché quando stai rintanato per ore come una tartaruga, poi hai voglia di venir fuori e spaccare il mondo. Qualcuno, invece, si faceva prendere dai pensieri, dalla famiglia, dall'angoscia.

Ricordo un solo mio giocatore che ebbe sempre problemi con gli aerei, e si capisce il perché: Aldo Ossola, il playmaker della grande Varese, era fratello minore di Franco, morto con il Grande Torino a Superga. Infatti, ci precedeva sempre in treno.

Giocatori e allenatori di adesso, tra cellulari e tablet, computer e cuffie, sanno come trascorrere attese così snervanti. Spero che l'Armani sappia trasformare queste energie nervose stasera in campo.

Meriterebbe di dare continuità alla grande prova di Madrid: col Real, per tre quarti abbondanti di partita — escludo solo la rimonta subita dal +17 al +3, gestita comunque benissimo nel finale — ha espresso la sua miglior qualità stagionale di pallacanestro, soprattutto se consideriamo lo status e l'esperienza dell'avversario, il ranking sempre altissimo, la capacità di stare ogni anno tra le pretendenti alla Coppa.

Tutti gli uomini di Messina hanno portato un contributo, sono rimasti nello spartito, hanno fatto la cosa giusta al momento giusto, e questa è caratteristica da grande.

Da squadra di Ettore Messina, che ha saputo anche riprendere il controllo del ritmo e sistemare le cose a rimbalzo. Ho visto anche qualche sforzo in più di fare contropiede, Milano ha i trattatori di palla (Rodriguez, Delaney, lo stesso Hines) per farlo con continuità."