I giocatori italiani e la pallacanestro

C'è chi dice che costano troppo (è anche vero). C'è chi dice che non sono all'altezza (questo è un pizzico meno vero), c'è chi dice che devono scendere di categoria per giocare (che vuol dire?).
Sono frasi troppo semplici messe così. La verità è che c'è stato chi ha fatto esattamente quelle cose (scendere di categoria o di livello di squadra e rimettersi in gioco) ma ora si ritrova col culo in panca. Forse è necessario rivedere alcune cose, è necessario capire come e dove intervenire. Poi se non c'è nessun italiano meritevole (non lo credo) allora ragioniamo in modo diverso. Credo che una componente essenziale sia anche un pizzico di coraggio degli allenatore e quindi di tutto il movimento. Per carità, non vanno protetti come "il WWF fa coi panda" (per citare il mai banale Matteo Boniciolli), ma senza dubbio sarebbe necessario fare qualcosa in più o di diverso.
Oppure smettere di lamentarsi se poi "la nazionale non ha competetività in Europa perchè i nostri mancano di esperienza". Come la fanno l'esperienza ad alti livelli se non giocano? Altrimenti è un cane che si morde la coda. Devo essere onesto: vedere che Pietro Aradori ieri non ha messo in campo in G4 nonostante l'assenza di Thornton mi fa abbastanza male. Come scrive il mio amico Piero Guerrini questa mattina su TuttoSport ormai per Pietro si tratta di una "bocciatura definitiva" da parte di Simone Pianigiani. Bocciatura che francamente va analizzata attentamente e non banalizzata. Per tutto il nostro movimento. Perchè il ragazzo aveva dimostrato di poterci stare a certi livelli.
Ma in vista dei prossimi impegni Azzurri io inizierei a farmi determinate domande. Tipo: quanti giocatori italiani sono "cresciuti" rispetto all'anno scorso? Quanti invece sono rimasti allo stesso livello o peggiorati dopo una stagione nel nostro campionato? Mi sembrano due quesiti chiave per capire che contributo alla Nazionale sta dando questo campionato....
Quesiti che deve porsi anche la stessa Federazione. Prevenire è meglio che curare.