E' giunta l'ora che la FIP predisponga una specifica "carta dei servizi" del settore arbitrale

Ricevo e pubblico ben volentieri nell'ambito dell'attualità che riveste l'argomento, la richiesta di Umberto Porcari, Arbitro Benemerito d’Eccellenza – Consulente sportivo gestionale arbitrale, di una sua riflessione concreta sulla necessità, da parte della Fip, di istituire una “carta dei Servizi” per il proprio Settore Arbitrale, necessità correlata anche ad altre argomentazioni sul Nuovo Regolamento del CIA.
E’ del tutto evidente che, in una tale confusione gestionale senza precedenti, gli arbitri che Tutti sanno essere nel mio “cuore federale”, debbano avere, nell’ambito del proprio Settore, un riconoscimento visivo interno all’Azienda FIP, mediante la costituzione di una specifica “Carta dei Servizi” che, appunto, li debba riguardare.
Si ci domanderà: in che senso? La risposta a questo quesito è di una semplicità unica.
Ad esempio: “La Carta dei Servizi”, che dovrebbe, da una parte, sì garantire - oltre quelli già regolamentati - alcuni “doveri funzionali inderogabili ” da parte della categoria arbitrale, dall’altra dovrebbe garantire che Nessuno, neanche quindi il Presidente CIA o FIP possa alzarsi la mattina, guardare il cielo, veder scendere la grandine, il primo caffè sorbito non di suo gradimento e, poi, a Lui permettere per casi eccezionali - quando Lui così decida, magari anche supportato dal Consiglio Federale - di “modificare” in itinere (possibilità invece ora attuabile), i “criteri valutativi” delle prestazioni arbitrali i quali - proprio per la loro necessaria insita trasparenza di applicazione - dovrebbero essere ritenuti immodificabili per tutto il corrente singolo anno sportivo.
E’ come se nell’ambito di Trenitalia, il Direttore Generale delle Risorse Umane, una mattina, acquisito un certo malumore anche verso sé stesso, decida - per casi eccezionali di sua classificazione - di:
a) modificare le modalità delle “condizioni di sicurezza e servizi garantiti” per l’intera tratta ferroviaria nazionale, che erano state portate a conoscenza, perché cosi stabilito all’inizio dell’anno, o peggio ancora di modificarle solo per una “tratta”;
b) promuovere gli Operatori di biglietteria a “Capostazione”;
c) destinare i Capostazione a garantire, con “straccio e scopettone…”, la pulizia delle carrozze dei treni.
In realtà, pur avendo nel testé riportato esempio, ovviamente esagerato in maniera provocatoria per la casistica così rappresentata, ma non può sottacersi che il nuovo “Regolamento CIA” (già in vigore) si configura - in alcuni articoli - violativo dello “Statuto Federale”.
E, per richiamare specularmente a chi legge, un “parallelo” in termini di estrema chiarezza, ci si soffermi sulla seguente “Osservazione”: articoli di un Regolamento CIA seppur approvato con delibera del Consiglio Federale (delibera la quale richiama la dicitura “Visto lo Statuto Federale”) non possono essere considerati “applicabili” qualora contrastanti con la Fonte normativa primaria, ovvero con lo Statuto stesso.
Sarà sicuramente sfuggito a Chi non è “Esperto delle complessive normative federali”, ma Chi è coscienziosamente attento alle sorti del Settore Arbitrale della FIP, avrà già notato tale “gravissima distorsione normativa” che potrà essere sanata nell’ambito della prossima riunione di Consiglio Federale.
Non bisogna peraltro tralasciare altra “annotazione” per quanto riguarda la figura istituzionale del Presidente del CIA, espressione di un Organo Tecnico di Settore; di qui, un tesserato dell’Organo che presiede, il quale è chiamato a garantire e a far garantire il “Rispetto delle Regole”, e allora, di certo, non potrà pretendere, anzi a Lui è sicuramente negato, di poter violare una Norma Statutaria.
In tema, quindi, l’art 1, punto 2 dello Statuto FIP, così recita : “Le finalità istituzionali sono attuate nel rispetto dei principi di democrazia interna e di uguaglianza……..” : è ovvio che l’articolazione contenutistica di alcuni articoli - ripeto - del nuovo Regolamento CIA approvato dal Consiglio Federale (ma non mi voglio qui ora dilungare…) non rispecchiano valori corrispondibili al concetto della “democrazia interna”…), e quindi ciò deve far porre ai massimi livelli della FIP la seguente domanda, ovvero “se può essere permessa una violazione dello Statuto costituente la stessa FIP ed approvato dal CONI”.
Un’altra provocazione, quest’ultima sinceramente e assolutamente ossequiosa nei confronti dell’intero Consiglio Federale, è quella di una richiesta di “ampia riflessione”: in caso di violazione di “Norme Statutarie” il CONI non potrebbe non intervenire.
Quindi, nella più alta stima nei confronti della massima Dirigenza Federale centrale e territoriale- periferica, chiedo al riguardo, un intervento veramente “significativo”.
Infine non può non essere sottolineato come la scelta di una Organizzazione, di investire su un progetto di Carta dei Servizi “partecipata”, appare coerente con l’idea per cui risorse economiche più scarse vadano indirizzate verso quei progetti maggiormente volti a stimolare, con lo sviluppo organizzativo che inneschi, maggiori professionalità e, per quelle che comunque erano solo latenti/potenziali, condizioni ottimali di loro concretizzazione o visibilità.
Concludo nel ringraziare sin d’ora dell’attenzione, tutti i tesserati FIP a qualsiasi livello, compresi ovviamente quelli del Settore Arbitrale.
Umberto Porcari, Arbitro Benemerito d’Eccellenza e Consulente Sportivo gestionale arbitrale