L'Italbasket del futuro parte oggi: da Suigo a Garavaglia, speranze della palla a spicchi tricolore
Luigi Suigo è pronto a fare il suo esordio stasera con la maglia della Nazionale maggiore, Diego Garavaglia forse domenica, se entrerà nei convocati di Banchi. Ma per entrambi questo è stato il primo raduno nella massima rappresentativa italiana. Entrambi classe 2007, entrambi prodotti dell'Olimpia Milano, entrambi all'estero. Decisioni prese in estate. Per Suigo l'opzione migliore è stata quella del Mega Basket in Serbia, fucina di talenti, forse passaggio prima dell'approdo in NCAA. "Ho scelto il Mega Belgrado perché mi dà la possibilità di giocare, lavorare duro e crescere, anche fuori dal campo, perché è la prima volta che vivo da solo e devo imparare a gestire anche la vita quotidiana. L'impatto col basket seniores non è semplice, la fisicità è completamente diversa, all'inizio ho avuto qualche difficoltà, ma va già meglio. Se riuscirò a concludere la stagione in modo positivo, come credo sia nelle mie possibilità, mi presenterò alle scelte Nba 2026 puntando alle chiamate più alte. Se mi rendessi conto di aver bisogno di più tempo, a Belgrado sto conseguendo la maturità online e potrei decidere di andare al college, anche per motivi accademici visto che mi garantirebbe una borsa di studio universitaria", spiega a La Repubblica ed. Milano.
Per Garavaglia la scelta Germania - come per Spagnolo e Procida prima - ma in questo caso Ratipharm Ulm, altra squadra cui nome compare spesso nei tabelloni dei Draft NBA. "Mi ha fatto tanto effetto, soprattutto non avere più il marchio Armani sulle divise che indossiamo fuori campo ma quello di un'altra società. E poi la maglietta da gioco, arancione, proprio non mi ci vedevo. Ma mi sono abituato e adesso mi piace anche. Mi sto trovando bene, Ulm è una società molto seria, che dà tanta fiducia ai giovani, ho le mie opportunità, sto giocando, alcune partite bene, altre meno ma so che questa esperienza mi aiuterà un sacco", dice Garavaglia.
Il futuro dell'Italbasket inizia oggi e parte da loro due, convocati a 18 anni dal nuovo CT Azzurro nel nuovo corso voluto da Banchi e Gigi Datome, con cui Garavaglia ha un "bel rapporto, mi ha sempre detto che mi avrebbe voluto nel gruppo della Nazionale, ma non pensavo così presto. Però sentite le parole di Banchi e la sua attenzione per i giovani, avevo cominciato un po' a sperare. Poi il coach mi ha scritto su WhatsApp e mi ha chiamato: è stata una grande emozione per me e la mia famiglia". Per Suigo, invece, la convocazione era scritta: "Sono molto contento di poter rappresentare anche la Nazionale maggiore, mi sto trovando benissimo, tutti i ragazzi sono disponibili nel darmi consigli sulle cose da fare per migliorare".
Le speranze della palla a spicchi vestita d'azzurro sono su di loro e sugli altri protagonisti di questa generazione di talenti che sta emergendo in Italia, nonostante una mancanza di risultati concreti - trofei, medaglie, qualsiasi metallo fossero - negli ultimi 20 anni. Da Dame Sarr, inserito alla #10 da ESPN nel primo Mock Draft 2026, ai fratelli Niang, Saliou già protagonista in EuroLeague, e Cheickh, giovanissimo ma già nelle rotazioni della Dolomiti Energia. A tutti i talenti che sono negli USA: da Achille Lonati, che con Suigo e Garavaglia ha condiviso il percorso in Olimpia Milano, a Emmanuel Innocenti o Maikcol Perez, a chi possiamo vedere in Italia, come Francesco Ferrari - anche lui all'esordio - Leonardo Marangon, David Torresani, Patrick Hassan, e ancora Elisee Assui.