Arbitri, giudici e istruttori: il nuovo contratto di lavoro - 3/4
Con il decreto Dlgs 36 del 2021, che entra in vigore il 1° luglio, e le modifiche che nelle ultime settimane sono state apportate dal governo Meloni, si va verso un anno zero per tutto quello che riguarda circa 500mila lavoratori del settore sportivo. I e provvedimenti sul lavoro sportivo cambiano radicalmente la normativa, estendendo tutele (assicurative e contrattuali) e nuovi diritti alla platea di arbitri, giudici e istruttori e tutti coloro che a vario titolo contribuiscono a tenere in piedi e far lavorare le società sportive. Claudio Tucci, per Il Sole 24 Ore, ha realizzato uno schema riassuntivo in 14 punti, che riproponiamo.
3 - Direttori gara: designazione sufficiente per instaurare il rapporto
Ai direttori di gara o ai soggetti che sono preposti a garantire il regolare svolgimento delle competizioni sportive è sufficiente una comunicazione o designazione da parte della Federazione sportiva nazionale o della Disciplina sportiva associata o dell'Ente di promozione sportiva competente, anche paralimpici, non risultando quindi necessaria la formalizzazione di un contratto di lavoro (in questi casi possono essere riconosciuti rimborsi forfettari per le spese sostenute per le attività svolte anche nel proprio comune di residenza).
4 - Lavoro autonomo: i contratti salgono dal 18 a 24 ore settimanali
Il correttivo innalza da 18 a 24 ore la soglia oraria settimanale relativa alla durata delle prestazioni oggetto del contratto, entro la quale, nell'area del dilettantismo, il lavoro sportivo si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo, nella forma della collaborazione coordinata e continuativa. Quindi, nel mondo dello sport dilettantistico, fino a 24 ore settimanali non scatta nessuna presunzione di lavoro subordinato.