Utah Jazz e un quarto periodo monstre: Markkanen e George ribaltano i Nets

Utah rimonta da -15 e chiude con un 42-20 nell’ultimo quarto. Finale: 123-110 Jazz
Utah Jazz e un quarto periodo monstre: Markkanen e George ribaltano i Nets
© foto di nba.com

Utah scava la vittoria nell’ultimo atto e ribalta Brooklyn: partita che per i Jazz era iniziata in salita, con un primo tempo vissuto a inseguire fino a -15 e il 58-49 all'intervallo, nonostante la scelta di gestione dei Nets di lasciare fuori il leading scorer Michael Porter Jr. nel secondo atto del back-to-back, dopo i 33 punti e 10 rimbalzi del successo di mercoledì a Chicago (media 25,3 in stagione). Il terzo quarto lascia invariati i termini della questione: 90-81. La fotografia del quarto periodo invece è chiara: 42-20 Jazz nei dodici minuti conclusivi, con 14/22 dal campo (63,6%) e Markkanen+George che combinano 18 punti, quasi quanto Brooklyn in totale. La mano si scalda, gli spazi si aprono, e Utah esegue con pulizia mentre i Nets perdono filo e continuità. Dalla panchina, Kyle Filipowski aggiunge 15 e Walter Clayton Jr. 13: profondità e impatto nei possessi chiave.

A 6:29 dalla fine, sul 98-98, George spara due triple in fila: Williams risponde per il 104-101, ma sulla giocata seguente Tyrese Martin pesta la linea e regala palla ai Jazz. Bryce Sensabaugh viene fermato sul tiro da tre e fa 2/3 ai liberi per il 106-101; Filipowski piazza un’altra bomba, Clowney accorcia al ferro e Markkanen risponde dall’arco per il 112-103 a 3:39: è lo strappo che chiude i conti. Brooklyn prova l’ultimo assalto, ma Utah controlla ritmo e punteggio senza più alzare il piede dal gas.

Lauri Markkanen mette 30 e Keyonte George 29, l’accoppiata che riallinea ritmo e fiducia e schiaccia l’inerzia verso gli ospiti. Per i Nets, Noah Clowney (29) e Ziaire Williams (23 dalla panchina) tengono la barca a galla, ma l’onda dura non li risparmia nel finale. Agenda fitta: i Jazz restano a New York per affrontare i Knicks venerdì; i Nets tornano a casa per ospitare i Pelicans sabato. Nel conto finale restano i dettagli e, soprattutto, la firma di George e Markkanen sul money time.