Trajan Langdon spiega come il basket europeo abbia influenzato l'ascesa di Detroit

Trajan Langdon spiega come il basket europeo abbia influenzato l'ascesa di Detroit
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Trajan Langdon, presidente delle operazioni cestistiche dei Detroit Pistons, ha raccontato come le sue esperienze internazionali abbiano plasmato il suo modo di intendere il basket durante un intervento a Fullcourt Passport con Ric Bucher e Bostjan Nachbar. Langdon ha ricordato che i suoi primi anni nel baseball delle leghe minori furono determinanti: «Quegli anni in cui giocavo a baseball nelle leghe minori sono stati incredibilmente umilianti e non ero molto bravo», ha spiegato, aggiungendo che quella fatica «mi ha aiutato a plasmarmi nella persona e nell'atleta che sono diventato». Successivamente, i viaggi con USA Basketball, a partire dall’estate del 1994 in Argentina e poi in Grecia, gli hanno aperto gli occhi su stili di gioco diversi e lo hanno preparato all’impatto con l’Europa.

Il dirigente ha sottolineato come il passaggio al Benetton Treviso sia stato più agevole grazie all’ambiente favorevole: «Sapevo che avrei dovuto lavorare. Sapevo che avrei dovuto essere umiliato», ha detto, riconoscendo che Treviso «ha reso la transizione ancora più semplice». L’apprendimento sotto Ettore Messina, tra Italia e Russia, è stato cruciale: Langdon lo ha definito un allenatore «molto attento ai dettagli» che «non perde nulla» e pretende sempre concentrazione mentale, rimproverando quotidianamente perché conosce cosa significa vincere.

La sua lunga esperienza al CSKA Mosca, durata sei anni, è stata favorita da una struttura solida e da una leadership forte. Ha spiegato che roster competitivi e un’identità difensiva chiara rispecchiavano la sua idea di basket vincente. Inoltre, ha evidenziato come il basket europeo abbia cambiato la sua visione nella costruzione delle squadre: «La prima volta che ho visto lo stretch four (un 4 con la capacità di allargare il campo tirando triple con continuità ed efficacia, ndr) è stato in Europa», citando Mirsad Turkcan e Matjaz Smodis come esempi di giocatori capaci di allargare il campo e costringere a nuove soluzioni difensive.

Langdon ha osservato che molti concetti europei — movimento di palla, letture collettive — sono ormai parte integrante della NBA, favorendo l’ascesa di allenatori e dirigenti internazionali. Riguardo all’ottimo avvio dei Pistons (17–4), ha attribuito il merito alla continuità: «Ogni anno con una squadra è una nuova vita», ha detto, spiegando che la stabilità ha permesso ai giocatori di capire i propri ruoli. Ha aggiunto che servono uomini di carattere, capaci di non strafare. Infine, ha sottolineato l’importanza della mentalità per chi arriva dall’estero: «Se sono un po' morbidi come concorrenti... Non funzionerà mai qui», ricordando che adattarsi agli Stati Uniti è «difficile da fare e non è per tutti». Ha concluso ribadendo che l’ambiente di Detroit è costruito per sostenere i giocatori: «Qualunque risorsa di cui abbiano bisogno è qui per loro», rimarcando che l’identità fisica e difensiva della squadra guiderà sempre le scelte di roster.