LeBron James ha preferito sacrificare la sua incredibile serie per la vittoria dei Lakers

LeBron James ha preferito sacrificare la sua incredibile serie per la vittoria dei Lakers
© foto di nba.com

Era una delle serie più impressionanti della storia della NBA, e dello sport in generale. Il 5 gennaio 2007 LeBron James si era fermato a soli 8 punti contro Milwaukee. Da allora, in 1.297 partite consecutive di stagione regolare, non era mai sceso sotto la soglia dei 10 punti. Diciotto anni dopo, a Toronto, la striscia si è interrotta: ancora una volta 8 punti, e la fine di un primato che sembrava eterno. Iniziata a Cleveland, nel cuore della sua quarta stagione, la serie si chiude a Los Angeles, nella sua ventitreesima annata da professionista, un record di longevità senza precedenti.

Il distacco rispetto agli altri grandi della lega è abissale: oltre 1.000 partite in più rispetto al suo inseguitore Kevin Durant, fermo a 267 gare consecutive in doppia cifra. Fino al 2018 il primato apparteneva a Michael Jordan, con 866 partite di fila sopra i 10 punti, ma LeBron lo ha spazzato via con una costanza che difficilmente sarà replicata. Negli ultimi incontri la sensazione che la serie potesse interrompersi era già nell’aria, complice la scarsa precisione al tiro e il crescente peso del duo Luka Doncic – Austin Reaves nel gioco dei Lakers. Il sipario è calato proprio sul parquet dei Raptors, teatro di tante sue imprese passate.

Eppure, anche in una serata da incubo (4/17 al tiro, 0/5 da tre), LeBron ha trovato il modo di trasformare la sconfitta personale in vittoria collettiva. Nell’ultima azione, invece di forzare un tiro per mantenere viva la striscia, ha scelto di servire Rui Hachimura, autore della tripla decisiva sulla sirena. «Gioco sempre nel modo giusto, è ciò che mi è stato insegnato e che ho fatto per tutta la carriera», ha dichiarato James. «Quando fai la scelta corretta, gli Dei del basket ti ricompensano». Una filosofia che ha reso la sua carriera unica e che, ancora una volta, ha prevalso sul dato statistico.

A quasi 41 anni, senza la consueta preparazione estiva, LeBron sembra finalmente accusare il peso degli anni: 14 punti, 7.8 assist e 4.3 rimbalzi di media, con percentuali al tiro in calo (41% dal campo, 26% da tre e 55% ai liberi). La presenza di Doncic e Reaves gli consente di ridurre il carico offensivo, e forse la fine della sua serie lo libererà dalla pressione di dover sempre inseguire i numeri. Per James, l’altruismo e la capacità di fare la giocata giusta restano la vera cifra stilistica: un epilogo che, paradossalmente, racconta meglio di qualsiasi statistica chi è davvero LeBron James.