I Rockets dominano i Raptors con fisicità e transizione, Kevin Durant chiude il match
I Rockets continuano a impressionare per stazza e intensità. Nonostante alcune modifiche nel quintetto, la formazione texana ha travolto i Toronto Raptors con un netto 139-121, centrando la seconda vittoria consecutiva. Josh Okogie ha preso il posto di Steven Adams in quintetto, ma il neozelandese ha comunque lasciato il segno con 12 rimbalzi (di cui 8 offensivi) in soli 20 minuti. Il dominio sotto le plance è stato evidente: 53 rimbalzi contro appena 22 dei canadesi, che hanno pagato caro l’assenza di Jakob Poeltl e la fragilità fisica del rookie Collin Murray-Boyles.
Toronto ha provato a restare in partita nel primo tempo, grazie a un Brandon Ingram ispirato (29 punti) e a Scottie Barnes (31 punti), con un eccellente 18/30 da tre punti per il quintetto canadese. Ma dopo l’intervallo, il vento è cambiato. Jabari Smith Jr., in grande fiducia, ha guidato un parziale di 14-2 che ha spezzato l’equilibrio. Alperen Sengun ha contribuito con giocate decisive, tra cui una stoppata su RJ Barrett seguita da una transizione chiusa con una tripla di Okogie.
Nonostante un tentativo di rimonta con un 10-0 firmato dal duo Barnes-Ingram, i Raptors non sono mai riusciti a colmare il gap. Jabari Smith Jr. ha chiuso con la sua miglior prestazione stagionale (25 punti), mentre Sengun ha sfiorato la tripla doppia (18 punti, 9 assist, 8 rimbalzi). Con 15 punti di vantaggio all’inizio dell’ultimo quarto, Houston ha gestito il finale senza affanni. A tre minuti dalla fine, Kevin Durant ha messo il punto esclamativo con una tripla incisiva come una pugnalata che ha chiuso definitivamente i conti.
La partita ha evidenziato il divario fisico tra le due squadre: +30 nei punti in area (66-36) e un dominio totale a rimbalzo. Nonostante la loro altezza, i Rockets hanno anche brillato in transizione, segnando 27 punti in contropiede, 20 in più rispetto ai Raptors. Per Toronto è la quarta sconfitta consecutiva, la terza contro una squadra texana dopo quelle subite da Mavericks e Spurs. Houston, invece, conferma la propria crescita e la capacità di colpire in ogni zona del campo.