I Rockets di Sengun dimenticano Utah e stendono Sacramento

I Rockets di Sengun dimenticano Utah e stendono Sacramento
© foto di nba.com

Perdere due di fila non è nel DNA dei Rockets (14-5): dopo lo scivolone a Utah, Houston rientra nei binari con una vittoria autoritaria (121-95) sui Kings (5-17), guidata dal trio Alperen Sengun (28 punti e 10 rimbalzi), Kevin Durant (24 punti e 8 assist) e Amen Thompson (20 punti e 12 rimbalzi).
Un margine finale che non racconta tutto: gli ospiti erano avanti nel cuore del terzo quarto, dopo aver chiuso la prima frazione di gara sul minimo scarto (51-52), grazie a una sorpresa di marca francese. Il nome è Maxime Raynaud: dentro dopo tre minuti al posto del titolare impalpabile Drew Eubanks, si presenta con un canestro “di tabella”, poi un secondo, quindi una serie di penetrazioni al ferro, anche di mano sinistra, superando in fretta la soglia dei 10 punti. Con Malik Monk, i due tengono a galla Sacramento e ne accendono il gioco — 50 punti in due — ma contro l’armata di Ime Udoka serve ben altro per non farsi risucchiare dall’inerzia.

La svolta arriva nel terzo quarto: Houston stringe le maglie dietro e corre davanti, applicando la ricetta conosciuta — difesa e transizione — con Durant a rifinire o a distribuire. Da -6 (57-63 con 8'11"), i texani piazzano un break 10-0, e il periodo si chiude con una lezione pesante per Sacramento: 36-19 per i Rockets e controllo totale sul 87-71. Il ribaltone è netto: ritmo, fisicità e spaziature schiacciano ogni tentativo di risposta californiana. Con la gara in pugno, Sengun — fin lì parco nel scoring — va a sigillare sotto il ferro, affondando una Sacramento distante dalle proprie certezze. Thompson imperversa a rimbalzo, Durant orchestra, e Houston mette il punto esclamativo su una serata che racconta maturità e profondità. Per i Kings resta la lucida parentesi di Raynaud e Monk; per i Rockets, il segnale: anche quando il motore s’inceppa, l’identità è lì, pronta a rimettere il treno sui binari giusti.