Cavaliers-Spurs, il ribaltone dopo l’intervallo lancia la vittoria di Cleveland

Cavaliers-Spurs, il ribaltone dopo l’intervallo lancia la vittoria di Cleveland

Nonostante la terza partita consecutiva in quattro giorni, gli Spurs partono con i piedi ben piantati e un Devin Vassell in fiamme: quattro canestri pesanti nel primo quarto, ritmo alto e transizione che punisce le palle perse dei Cavaliers (20-14).
San Antonio allunga fino al +10 con l’energia di Keldon Johnson e Jeremy Sochan, mentre la panchina entra e mantiene intensità (30-20).
Cleveland limita i danni grazie all’impatto di Craig Porter Jr e Dean Wade, e alla prima sirena il margine è di 5 punti, 35-30: segnale che la partita non sarà a senso unico.

Il secondo quarto continua sulla stessa traccia: Vassell colpisce da lontano, Dylan Harper distribuisce con pulizia e gli Spurs tengono davanti (58-53).
La panchina di San Antonio resta efficace, ma serve un grande Evan Mobley per tenere i Cavaliers in contatto, presenza a rimbalzo, verticalità e letture su entrambi i lati del campo. Anche se in disordine, Cleveland non molla e rientra negli spogliatoi sotto di otto (72-64), con la sensazione che la partita si stia spostando sul piano fisico e mentale.

La chiave arriva al rientro: qualsiasi cosa abbiano sistemato Kenny Atkinson e Donovan Mitchell nello spogliatoio, dopo la pausa è giorno e notte.
I Cavaliers ritrovano identità, difesa e aggressività: in due minuti piazzano un 11-2 che ribalta l’inerzia (75-74).

Si accende Jaylon Tyson, già intravisto prima dell’intervallo: 16 punti lampo che spaccano il match, l’attacco degli Spurs si inceppa, il movimento di palla svanisce e Cleveland dilaga con un devastante 44-19 nel terzo quarto fino al +20 (108-88).
Questa è la finestra in cui si decide tutto: ritmo, possessi corti e la sensazione che ogni pallone 50/50 sia dei Cavs.

Nell’ultimo periodo gli Spurs provano a restare fedeli al piano gara e Julian Champagnie li riporta a -12 (114-102), ma la coppia Mobley–Mitchell chiude ogni varco, alternando letture e chiusure che smorzano ogni tentativo di rientro.
Cleveland amministra con maturità e porta a casa il 130-117, con sette giocatori in doppia cifra e punteggio distribuito: un manifesto di profondità e bilanciamento.
Per San Antonio restano la partenza brillante e sprazzi incoraggianti, ma il terzo quarto racconta il perché a questi livelli non si può staccare la spina: contro una squadra che sente odore di sangue, il conto arriva in fretta.