PalaShark: con la gestione Antonini il Comune di Trapani aveva vinto la lotteria

A rileggere articoli pubblicati da pianetabasket.com come da altre testate nella primavera del 2023, si capisce facilmente come nello stipulare una convenzione con la Trapani Shark SSD a rl. il Comune di Trapani avesse vinto la lotteria. La Pallacanestro Trapani di Basciano era una società alla frutta: in una nota pubblicata su primapaginatrapani.it Valerio Antonini quantificava in 1,2 milioni di euro i suoi debiti esistenti - che tra l'altro non gli erano stati comunicati - e la minaccia della famiglia Basciano di adire le vie legali era rimasta poi lettera morta come, poco dopo, sancito dalla fine del club che per 11 anni aveva giocato il campionato di serie A2.
Senza l'arrivo di Antonini e senza una società del territorio in grado di fare un'attività sportiva di un certo livello, il Comune avrebbe dovuto chiudere il Pala Daidone, non potendo finanziariamente sobbarcarsi la ristrutturazione dell'impianto e le spese di manutenzione e custodia, ma non avendo neanche la convenienza a farlo. Averlo concesso a canone zero per 30 anni alla Shark è stato un grande e vantaggioso affare come i 2,5 milioni dichiarati essere stati spesi finora da Antonini e, a quanto pare non contestati, dimostrano: l'amministrazione comunale avrebbe avuto la forza economica e politica per farlo da sola? (la domanda è retorica, lo diciamo per gli spiriti semplici, la risposta è NO).
Ecco perché il focus del Comune, nel tentativo di aprire un fronte di contestazione e difficoltà alla società sportiva, si sposta sulla trasformazione della ragione sociale della Trapani Shark per adeguamento alle norme federali. E qui, prima della sfilza di pareri legali di cui Antonini fa sfoggio in un post sui social di stamani in cui cita sentenze che lo metterebbero a riparo in qualsivoglia azione giudiziaria, ci soccorre la lettura della convenzione "per la riqualificazione e successiva gestione" del pala Daidone. L'articolo 15, infatti, tratta espressamente della casistica di revoca della stessa citando ben otto punti espliciti. E l'articolo 16 "eventuali modifiche convenzione" salvaguarda il Comune da "eventuali modifiche del quadro generale delle leggi". Due articoli puntigliosi e dettagliati: come può l'Ing. Amenta (colui che ha firmato la convenzione per contro del Sindaco, ndr) essersi dimenticato di inserire tra le clausole quello che oggi si contesta?
Quello che si sono dimenticati di scrivere è un'altra cosa: che l'impianto veniva concesso in gestione "nello stato in cui si trova" e si sarebbero sfilati da qualsiasi impegno ulteriore. Ma non è così, tanto è vero che già nel 2023 Antonini scriveva di aver anticipato i soldi per l'impianto antincendio (che vuole rimborsato), e adesso è a caccia dell'impianto di condizionamento, due spese che se non esplicitamente contrattate, spettano alla proprietà e non alla gestione. Una diatriba che si sarebbe potuta risolvere utilizzando il fondo Missione Sport e Inclusione del PNRR, o presentando alla Regione Sicilia la richiesta di contributi per Bandi Sportivi o al CONI per il programma Sport e Periferie, senza dimenticare i finanziamenti del Credito Sportivo, per una spesa che non dovrebbe superare i 400.000 euro in classe A+++ e di cui poter disporre anche di finanziamenti a fondo perduto per l'efficientamento energetico. E, per finire, una ultima dimenticanza: se hai dato in gestione un bene per 30 anni per quale motivo non hai fatto la voltura delle utenze?