Trento, Galbiati: «Milano imprevedibile, ma sogno che il nostro viaggio continui»

Manca pochissimo alla palla a due dei playoff, che verrà alzata davanti a una "Il T Quotidiano Arena" pronta a diventare una bolgia sabato 17 maggio alle ore 18:00. Nella sua storia, la Dolomiti Energia Trentino ha partecipato ai playoff in nove occasioni, ma solo due volte, (tre con questa) ha potuto iniziare una serie con il fattore campo a favore. Per questo l'entusiasmo e il supporto del pubblico trentino saranno fondamentali per trascinare Forray e compagni. Trento affronterà Milano per la sesta volta nella post-season: un confronto che è ormai diventato una costante, considerando le nove partecipazioni complessive dei bianconeri. Le due squadre si sono incrociate in quattro quarti di finale, nella semifinale del 2017 e nella finale scudetto del 2018. Ogni serie ha regalato sfide spettacolari, piene di adrenalina e colpi di scena, spesso decise negli ultimi secondi. Anche in questa stagione il duello non è stato da meno: le due squadre si sono affrontate già tre volte, con due vittorie per Trento (in casa e nella finale di Coppa Italia) e una per Milano all'Unipol Forum. Tante anche le storie incrociate tra i due club, a partire dagli ex: Paolo Galbiati e Andrea Pecchia da una parte, Diego Flaccadori e Shavon Shields dall'altra.
La presentazione del match è affidata a coach Paolo Galbiati: «Sarà una bella serie, uno stimolo importante e una grande sfida. Ci siamo guadagnati il diritto di giocare le prime due partite in casa e speriamo che il palazzetto sia caldo e che il pubblico si faccia sentire. Qualsiasi avversario ai playoff sarebbe stato difficile da affrontare, ma Milano è chiaramente una squadra di altissimo livello: ha recuperato pedine fondamentali, è imprevedibile per profondità e talento, ha enorme esperienza ed è guidata dal coach più importante del nostro campionato, uno dei più grandi nella storia della pallacanestro italiana. Sono consapevole del lavoro che questa squadra ha fatto: ha lavorato duramente, con serietà, ma soprattutto con una grande componente umana. Mi ricorda molto un gruppo storico per me, l'Under 17 del '96/'97 che allenavo a Milano e a cui devo moltissimo nella mia carriera da allenatore. Con loro potevo chiedere qualsiasi cosa: si sarebbero buttati sotto la metro di Milano l'uno per l'altro. Quello che mi affascina di questo gruppo è che si celebra a vicenda, non c'è invidia, ma solo entusiasmo per i successi dell'altro. Il mio sogno è che questo viaggio continui: questa squadra mi dà una grandissima fiducia e mi ricorda l'Aquila della semifinale di EuroCup e delle finali scudetto sperando faccia ancora meglio perché Toto se lo merita».