Peppe Poeta: «Come si batte questa Virtus? Ci vuole un'impresa. Ho detto ai miei di godersela»

Intervistato da Walter Fuochi su “La Repubblica – Bologna”, Giuseppe Poeta ricorda i suoi anni in Virtus Bologna da giocatore dal 2010 al 2013: “Capitano per un anno. Sì, l'ultimo. Anche se già il penultimo ero a metà con Koponen. Co-capitani. Tre anni belli, divertenti. Palazzo pieno, squadra sul quarto o quinto posto, non da scudetto, ma da playoff. Piacevamo. Poi però cambiò la società, parlai con Villalta, rientravo nel progetto. Poi però ne uscimmo, io e Gigli. Lui a Milano, io al Baskonia in Eurolega”.
Ora però la Germani, reduce da un gran 3-0 contro Trapani: “Guarda, là non c'è stato nessuno scatto in avanti. 3-0 sì, ma finto, tre partite decise in volata. Darà fiducia, ma la nostra forza resta un'altra. Goderci il momento, non guardare mai oltre la prossima partita. Orgogliosi di ciò che stiamo facendo. Ma capaci pure di godercelo, in leggerezza, com'è nel mio carattere, forse contagioso. Siamo oltre ogni aspettativa. Dentro una finale che non sarà scontata”.
Non per partecipare, ma per vincere: “Sì, visto che a Trapani abbiamo toccato, per qualità, il punto più alto della stagione. 2-0 là, come 2-0 la Virtus a Milano. Impensabili entrambi. Dentro la nostra testa però non è cambiato nulla. Siamo solo riusciti a unire disciplina e cinismo ad entusiasmo e leggerezza. A tanti paiono termini antitetici, a noi un mix azzeccato. Come si batte questa Virtus? Ci vuole un'impresa e forse non può bastare neanche la migliore versione di noi stessi. Ho detto ai miei di godersela. Siamo dove da sei anni non saliva nessuno al di fuori di Milano o Bologna. Siamo noi i primi. Un orgoglio e un piacere”.
Poeta ha anche ricordato quando ha deciso di diventare capo allenatore: “Giugno '22, sono a Cremona, 36 anni malconci, ma andrei avanti. Mi chiama Messina. Il Poz va in nazionale, verresti a fare il vice a Milano? Rispondo: non sono sicuro di voler allenare, mi piacerebbe fare il gm. Lui: un anno da vice male non ti farà, qualsiasi ruolo avrai. Quasi in contemporanea chiama Pozzecco. Verresti in Nazionale? Dico due sì. Sempre benedetti”.