Olivier Nkamhoua: «Varese? Teemu Rannikko importante nella mia scelta»

Olivier Nkamhoua è stato presentato in casa Openjobmetis Varese. "Sono felice di essere a Varese, una città che ha una grande comunità, un gran ambiente ed una grande storia. Voglio utilizzare questa esperienza per migliorarmi individualmente, ma allo stesso tempo voglio aiutare il club a raggiungere i migliori risultati. Da bambino giocavo a calcio ma non ero bravo. A quel punto ho seguito le orme di mio padre, anch’egli giocatore di basket, sport grazie al quale ha conosciuto mia madre; a 12 anni ho preso in mano il mio primo pallone in un momento in cui in Finlandia non era ancora molto sviluppato. Da allora non l’ho più lasciato. Cosa mi ha spinto a scegliere Varese? Ho parlato con tante persone a cominciare dai GM ed il coach, ma una persona importante in questo senso è stato Teemu Rannikko che qui è stato anche capitano e mi ha parlato molto bene del club, della sua cultura e della città. Coach Kastritis? Le richieste che mi ha fatto sono ragionevoli; il basket è uno sport molto semplice: si può giocare in tanti modi, ma se non si gioca di squadra non si va da nessuna parte. È una di quelle cose su cui stiamo lavorando come gruppo. Al momento siamo tante ottime individualità; siamo come una mano: le singole dita possono essere tutte forti, ma si possono rompere con una leggera pressione. Se invece le stesse dita le chiudi in un pugno allora non si rompono più".
Sul suo ruolo, Nkamhoua aggiunge: "Sono un 4 a tutti gli effetti, un ruolo che esalta le mie doti, ma allo stesso tempo penso di essere molto versatile e quindi di poter ricoprire anche il ruolo di 3 e di 5. Su cosa dovrei migliorare? Su tutto ovviamente, ma se dovessi scegliere una cosa specifica direi la capacità di lettura dei vari momenti della partita".
Protagonista con la Finlandia. "L’esperienza all’Europeo è stata incredibile; in un contesto così ci si rende conto delle differenze di categorie e di quanti scalini ci siano per arrivare a certi livelli. Gli esempi più eclatanti di questa cosa sono giocatori come Jokic ed Antetokounmpo, giocatori che sono completamente diversi rispetto a quelli che erano quando sono stati draftati dalle rispettive squadre".