LBA - Cinzia Zanotti e il no a Brescia: «Quante cattiverie. Declinato per questione di tempistica»

Cinzia Zanotti ha deciso di rinunciare alla panchina della Germani Brescia rifiutando la proposta di Mauro Ferrari: sarebbe diventata la prima donna coach in Serie A maschile. Ha parlato a Giulia Arturi de La Gazzetta dello Sport. "Perché ho detto no? Sono comunque due mondi diversi: in quello maschile non ho mai lavorato e per una questione di tempistica ho preferito declinare. Ho ricevuto talmente tanti messaggi che mi dicevano "Vai, fallo", in maniera positiva, di incoraggiamento, che è quasi come se avessi deluso le aspettative. Ma non sentivo la necessità di accettare solo per dimostrare qualcosa. Non mi aspettavo tutta questa attenzione, ma poi ho realizzato che una donna alla guida di una squadra maschile di vertice non si era mai vista e che sarebbe stata una cosa storica".
Zanotti ha parlato di una diffidenza. "Un allenatore del maschile che va nel femminile è normale, viene accolto con naturalezza. Ma il viaggio opposto è più difficile. All'inizio sembra quasi che ci sia sfiducia e questo mi rattrista. Speriamo che questo clamore aiuti a collegare i due mondi: la competenza è la stessa. I commenti sui social? Sì, mi avevano infastidito. Cattiverie gratuite, maschilismo, ignoranza, valutazioni slegate da qualsiasi competenza. Ma è stato solo un momento, ho smesso di curarmene, non li leggo mai: i commenti beceri non meritano attenzione. Ciò che conta davvero sono i tanti messaggi di stima che ho ricevuto: travolgenti. Alla fine di queste giornate diverse, io sono serena: ho fatto il pieno di energia, stimoli ed entusiasmo". E parlando di incoraggiamenti, invece: "Sicuramente quello di Ettore Messina, il suo messaggio ha avuto grande valore".