Marco Belinelli: «Stupito dall'amore della gente. Io allenatore? Mai»

Marco Belinelli ha parlato dell’affetto della gente dopo aver annunciato il ritiro e il weekend da protagonista fuori dal campo vissuto in Supercoppa in una intervista pubblicata oggi su La Stampa: “Tutto è stato molto forte emotivamente. Vedere tutti i miei amici, la mia famiglia e impattare con quella dimostrazione d'affetto nell'intervallo di Milano-Virtus è stato stupendo. Pur di esserci, a mia insaputa, hanno fatto di tutto. Alessandro Saponaro ha preso un volo da Miami e Robert Fultz è partito dalla Sardegna. Pajola e Della Valle, pur giocando, hanno fatto i salti mortali e i miei suoceri, i genitori di mia moglie Martina, si sono "sacrificati" a casa con le nostre due figlie. Li ringrazio tutti, mi sono appena ripreso".
Belinelli apre una nuova carriera con un ruolo nella Virtus Bologna da brand ambassador e basketball advisor. “Sono solo all'inizio, sto imparando. Sono contento di avere un ruolo nella Virtus e cercherò di portare la mia esperienza nelle scelte non solo tecniche, ma anche in altri campi. E ho voglia di mettermi alla prova in tv con Sky Sport. Fare l’allenatore? Mai. Non mi sento pronto per una battaglia così. Lo sono per girare un documentario sulla mia carriera: uscirà l'anno prossimo”.
Belinelli ha anche ricordato i suoi inizi con la pallacanestro. “Da sempre. Ho sempre e solo voluto fare il cestista, non avevo piani alternativi. Ripenso al primo canestro da professionista con la Virtus, al primo scudetto con la Fortitudo, al Draft Nba, al momento preciso a New Orleans in cui mi sono davvero sentito un giocatore Nba, alla gara del tiro da tre punti vinta, al titolo a San Antonio nel 2014, al conoscere di persona Obama e Papa Francesco...”.
L’ultimo Scudetto è stato il lieto fine per ritirarsi? “Ci pensavo da un paio d'anni. E mentalmente ero preparato. Il destino ha voluto che coincidessero un sacco di cose: volevo che la gente si ricordasse di Marco Belinelli ancora da Marco Belinelli, non come uno che si trascinava sul parquet. La coincidenza con la malattia di Polonara? Achille ci ha spinto a vincere lo scudetto. Non meritava di vivere tutto questo. Per la forza con cui sta affrontando la situazione è il mio eroe: gli auguro di tornare a fare le cose semplici della vita, poi verrà il basket".