LBA - Treviso, Marcelo Nicola: "Sono amareggiato, mi sarebbe piaciuto continuare"

LBA - Treviso, Marcelo Nicola: "Sono amareggiato, mi sarebbe piaciuto continuare"
© foto di Savino Paolella

Dopo una stagione difficile dove solo all'ultima giornata la Nutribullet Treviso si è salvata, la società ha deciso di ripartire cambiando l'asse coach-ds. I veneti si sono affidati al tandem Vitucci-Giofrè, entrambi in arrivo da Brindisi, e hanno salutato Andrea Gracis e Marcelo Nicola. Il coach argentino ha parlato a La Tribuna di Treviso.

Mancata conferma, come mai? "Mi spiace ma io a questa domanda non posso rispondere. Posso solo dire di aver fatto il mio lavoro il meglio possibile raggiungendo l'obiettivo che ci eravamo prefissati in partenza. E di averlo raggiunto solo con le nostre forze. Voglio dire, ci siamo salvati senza nemmeno aver dovuto aspettare i risultati degli altri, come invece ha fatto Reggio Emilia. Non l'ho certo deciso io. Oltretutto non mi hanno nemmeno chiesto se avessi voluto continuare o meno, per cui mi viene da pensare che il lavoro fatto non sia stato sufficiente per prolungare il progetto. È stata una scelta solo della dirigenza, io non posso certo entrare nella loro testa e convincerli del contrario".

Nicola non nasconde la sua amarezza. "Certo che sono amareggiato. Mi sarebbe piaciuto continuare, non vedo un solo motivo per giustificare la mia non riconferma: un anno fa presi la squadra in un momento di grande difficoltà e ci salvammo; quest'anno costruire il roster è stato difficilissimo, il budget era quello che era, le previsioni erano che avremmo incontrato tante difficoltà, più tutte quelle che succedono sempre, come infortuni e cambi di giocatori. Eppure siamo ancora qua. Mi piace ricordare anche che a parte Milano, che però battemmo l'anno scorso, quest'anno le altre semifinaliste, cioè Bologna, Sassari e Tortona, le abbiamo superate tutte. Anzi, tutte le squadre arrivate ai playoff, anche la Reyer".

Sul suo futuro aggiunge. "Aspetto un'offerta adeguata. Con tanta voglia ma senza ansia. Cosa mi resta? Sicuramente la consapevolezza che posso allenare una squadra in serie A. Io non avevo dubbi, visto che l'avevo fatto anche in altri campionati, altri magari sì. Ma mi porto via anche la grande crescita di tutto un gruppo tutto nuovo e, soprattutto, una scommessa vinta, quella che mi era stata richiesta dalla società, ossia lanciare e valorizzare il patrimonio societario, i giovani, con un Faggian che è diventato giocatore importante, 12 minuti di media, senza dimenticare gli altri che ci hanno aiutato in palestra, vedi Torresani che purtroppo si è infortunato nel momento più sbagliato, avremmo avuto bisogno della sua energia, oppure Scandiuzzi, della cui esistenza, anche nel settore giovanile, l'estate passata in pochi erano al corrente.