FIP - Salvatore Trainotti spiega la nuova filosofia sul settore giovanile

FIP - Salvatore Trainotti spiega la nuova filosofia sul settore giovanile

Salvatore Trainotti, nuovo Direttore Generale delle squadre Nazionali, ha spiegato le scelte del nuovi ct delle varie Nazionali Azzurre e parlato delle sue idee per far ripartire il movimento pallacanestro in Italia nell'intervista a Piero Guerrini per Tuttosport... alcuni passaggi.

Le nuove scelte sulle nazionali giovanili. Pur mantenendo Andrea Capobianco come responsabile di settore, abbiamo deciso di creare una struttura che porti idee nuove, cercando tecnici bravi a confrontarsi sul modo di fare basket. Vogliamo ricreare un modo italiano, insomma. Per l’Under 20 siamo andati su un allenatore della scuola senese, che ha maturato grandi esperienze all’estero e che quest’anno sta facendo benissimo a Brescia. Alessandro Magro lavora sul miglioramento dei giocatori, quello che vogliamo nelle nazionali. Guseppe Mangone è un tecnico di settore giovanile e ci affidiamo alla sua conoscenza per l’Under 16 che dopo due anni di emergenza covid è tutta da fare, non è chiaro nemmeno quale sia la selezione. Per l’Under 15 abbiamo puntato su Alessandro Nocera che lavora in Spagna, responsabile sviluppo giocatori del Baskonia. Ciò che dobbiamo fare.

Volti nuovi. Anche tra gli assistenti scelti, molti nuovi e di alto profilo: Squarcina e Legovich alla 20, Talpo e Lamberti alla 16, Gigli e Buffo alla 15. Nell’Under 23 Casalone e Rick Fois. “Noi vogliamo che la Nazionale sia un luogo di riconoscimento e di incontro di tanti allenatori. Lavorano assieme un mese o poco più, ma vogliamo che diventi un gruppo di lavoro impegnato e in contatto virtualmente per l’anno intero. Dobbiamo creare una cultura di pallacanestro italiana e una nostra identità. E questo si sviluppa dalla condivisione.

L’Under 23 con Gianmarco Pozzecco. Il progetto si era fermato per il covid, vogliamo dare ai migliori giovani la possibilità di assaggiare la Nazionale, facendo esperienze diverse. Si è creata questa opportunità di giocare un torneo importante, sul piano tecnico e mediatico in Canada con i pari età di casa, Usa e Brasile. Pozzecco non ha bisogno di presentazioni. È un allenatore di altissimo profilo, con idee precise, visione internazionale, giusta passione. È in grado di creare un’anima e un’identità.

Cosa deve cambiare nel nostro basket? Noi oggi ci preoccupiamo dei campionati e di come sviluppare i talenti. Ma non discutiamo di come creare i talenti, del reclutamento. Dobbiamo mandare questo messaggio, bisogna tornare sul territorio, nelle scuole, guardarci intorno anche per i campetti. Si tratta di allargare la base, ma nel contempo cercare i talenti che abbiamo le qualità fisiche e atletiche per giocare a pallacanestro. E la FIP può promuovere in modo diverso. Ora la premialità è per chi tessera, dunque punta sui numeri, ma si deve aiutare anche chi fa reclutamento e chi si assume il rischio di far maturare i ragazzi fino all’ultimo grandino.

Per la FIP cosa devono fare i club? Io penso che ognuno debba fare la sua parte. Il punto da cui partire è l’esigenza fortissima, assoluta, di investire sui settori giovanili. Il Basket italiano è in fase di stallo. Si fanno tante discussioni su come vendere meglio il prodotto, invece bisogna parlare di come migliorare tutti assieme il prodotto, senza cercare di confrontarci o opporci alla NBA e ai videogiochi, ma puntando sulle radici del gioco, la bellezza della pallacanestro. Dunque investiamo sui settori giovanili. La FIP può e deve essere l’ente regolatore. La riforma dei campionati va verso la semplificazione e una maggiore professionalizzazione nelle società. Mi sembra un buon passo, bisogna partire fra due anni.