FIBA Hall Of Fame: Pau Gasol rende omaggio a "suo fratello Kobe Bryant"

FIBA Hall Of Fame: Pau Gasol rende omaggio a "suo fratello Kobe Bryant"
© foto di fiba.basketball

La FIBA ha organizzato sabato in Bahrein la cerimonia di introduzione alla Hall of Fame per la classe del 2025. Tra i sette giocatori scelti per entrare a far parte dell'International Basketball Hall of Fame, il più prestigioso è stato Pau Gasol, che era già stato inserito nella Springfield Hall Of Fame nel 2023. Oltre a Gasol, la FIBA ha premiato Alphonse Bilé (Costa d'Avorio), Andrew Bogut (Australia), Leonor Borrell (Cuba), Pau Gasol (Spagna), Ticha Penicheiro (Portogallo), Ratko Radovanovic (Serbia) e Dawn Staley (USA). Per quanto riguarda gli allenatori, la FIBA si è distinta Mike Krzyzewski, leggendario allenatore di Duke, ma anche del Team USA dal 2005 al 2016 con tre titoli olimpici all'attivo.

Il centro spagnolo ha colto l'occasione per rievocare ancora una volta i legami fortissimi che lo univano a Kobe Bryant, scomparso nel 2020, ed ex ambasciatore della Coppa del Mondo di basket FIBA. "Nessuno di loro è stato più importante di mio fratello, Kobe. Il nostro legame è andato ben oltre. Era unico. Mi ha spinto a dare tutto in campo ogni giorno in modo da poter diventare campioni NBA", ricorda Gasol. "Non dimenticherò mai il modo in cui mi ha accolto in squadra. Abbiamo costruito qualcosa di speciale. Non è stato facile: fiducia, responsabilità, impegno costante e determinazione assoluta. Mi mancano terribilmente lui e Gigi."

Poi ha ricordato la sua ricca carriera nella NBA: "La NBA mi ha insegnato come evolvermi. Adattandomi, trovando sempre nuovi modi per aggiungere valore al mio team. Da Memphis a Los Angeles, passando per Chicago, San Antonio e Milwaukee", continua. "Ho vissuto in sistemi, città e filosofie diverse. Ogni passo del percorso mi ha segnato. E apprezzerò sempre le relazioni che ho costruito e l'impatto che ciascuno di questi capitoli ha avuto sulla mia vita."

Non poteva mancare la Nazionale spagnola: "Ora parliamo della famiglia. Rappresentare la Spagna è stato uno dei più grandi onori della mia vita. Indossare la maglia della nazionale non è mai stato solo una questione di competizione. Era una questione di identità, orgoglio e scopo. Ricordo la prima volta che ho ricevuto una lettera fisica che mi invitava a unirmi alla squadra U17 per partecipare a una partita di qualificazione per il Campionato Europeo in Slovenia. Siamo stati selezionati, ci siamo qualificati e questo ci ha permesso di vincere il Campionato Europeo Under 18 in Bulgaria e la Coppa del Mondo Under 19 in Portogallo. Ci chiamavano i Golden Boys."