LBA - Olimpia, Messina: "Armani più potente e più lunga per i due obiettivi"

LBA - Olimpia, Messina: "Armani più potente e più lunga per i due obiettivi"
© foto di SAVINO PAOLELLA

Prima di partire per Napoli, dove stasera comincia il campionato di serie A 2021-22 dell'Olimpia Milano, Ettore Messina ha rilasciato una intervista a Massimo Pisa de La Repubblica. Ecco le linee della nuova stagione e alcune delle sue considerazioni.

Preparazione. Abbiamo deciso di cominciare la preparazione un po' più tardi, inserendo un buon numero di giocatori nuovi, e il ritardo tattico lo si vede soprattutto in difesa. Ma non è che a Bologna volessimo perdere, non faremo la volpe con l'uva. Vincere ci sarebbe piaciuto. Siamo dove ci hanno portato le circostanze e qualche problema fisico come l'infortunio di Daniels e lo stop di Datome.

Squadra "di sistema"? Mai sostenuto questo. E sulle scelte, chiarisco: non abbiamo cambiato una squadra da Final Four di coppa perché è bello così. Siamo partiti dalla disponibilità a venire qui di Melli, che a giudizio di tutti i capitani di Eurolega è stato l'acquisto più importante, e di Ricci. Per motivi di spazio è andato via Leday e Punter, che avremmo voluto tenere, non ha accettato la nostra eccellente offerta al rialzo per prendere quella del Partizan, e siamo contenti per lui. Roll e Micov sono partiti in un processo di ringiovanimento e abbiamo acquisito più presenza interna con Mitoglou, un tiratore dai blocchi e di grande raggio come Daniels, un creatore di gioco come Grant. Siamo, a giudizio non solo nostro, più potenti e più lunghi. E, aggiungo, un gruppo di persone estremamente serie.

Obiettivi. Playoff in Europa e finale in Italia, sapendo che la Virtus è un osso durissimo e ha migliorato la squadra dell'anno scorso. Senza obblighi. Speriamo di competere, di farcela, faremo il possibile. Ma nessuno, all'inizio, dice: devo. Forse i tifosi. Non chi gioca, lavora, allena. Nemmeno i Lakers, o i Brooklyn Nets, in Nba. È lo sport. E capiterà, in qualche partita di andare sotto di 10: lì, i tifosi bravi saranno quelli che continuerano a incitare, e l'allenatore bravo quello che capirà che la squadra non lo fa apposta, e cercherà di aiutarla. In questo, io non vincerò mai (ride, ndr): se spacco le sedie diranno che sono troppo incazzoso; se non lo faccio, che sono bollito.

Nuovi. Hall, con la sua versatilità. Mitoglou vive la costruttiva confusione di chi deve imparare a giocare due posizioni, ala e centro, ma mi conforta che abbia fatto vedere cose buone. Sono curioso di vedere Grant soprattutto in campionato, ci darà cambio di ritmo, difesa, spinta in transizione. Ricci ha già durezza difensiva, comprensione del gioco, voglia di fare e può aprire il campo. Alviti è un tiratore che si dovrà abituare ai contatti da Eurolega, ma ha una tecnica importante.

Italiani. Mi dice il Poz, che legge più libri di me e ne sta consultando uno sui social media, che in giro si dice che non ruotiamo abbastanza gli italiani. Ecco, c'è un problema: qui, ruoti se performi. Non è che gioca uno che tira col 28% e riposa uno col 45%, magari perdendo una partita in più, perché sì, in fondo, che importa... Qui non si perde per il gusto di perdere. Se performi, starai in rotazione, altrimenti giocheranno quelli più bravi, a costo di stancarli. Così è. La filosofìa la farà il prossimo coach.