ESCLUSIVO Serie C Gold Lazio: parla Alessandro Tonolli "Vogliamo la B"

Il grande ex giocatore di Roma racconta la stagione della Virtus Roma 1960, in caccia della promozione nella nuova serie B
16.02.2023 12:26 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVO Serie C Gold Lazio: parla Alessandro Tonolli "Vogliamo la B"

@Gennaro Masi

Vent’anni di serie A1, 13 allenatori diversi, la maglia numero 8 sempre quella della Virtus Roma: questa è in sintesi la carriera di Alessandro Tonolli, classe 1974. Il giocatore forse più amato dalla tifoseria della Virtus perché davvero con lui certi luoghi comuni del giornalismo sportivo avevano senso: bandiera di una società, la maglia sempre intrisa di sudore alla fine di ogni partita, il 110 per cento ogni volta, il capitano per eccellenza. Uomo e giocatore solido è stato uno di quelli che qualunque allenatore avrebbe voluto nella sua squadra e tutti i coaches che ha avuto a Roma, lo hanno trattato da uomo imprescindibile per la rosa della formazione.

Dopo il suo ritiro, nel 2014, “Tonno” come è stato subito ribattezzato ha avuto un’esperienza con le giovanili con la guida di Stefano Bizzosi: “Stefano è un allenatore al quale devo tanto. Lo stimo moltissimo, credo che sia uno de più bravi con i giovani ed i tre anni che ho passato con lui sono stati fondamentali per la mia formazione di allenatore”. Dall’anno scorso Tonolli è il coach della Virtus Roma 1960, una società della quale è il co-fondatore e che milita nel girne B della Serie C Gold del Lazio. E fino ad oggi non ha perso una partita.

Tonolli perché vincete sempre?

“L’anno scorso dopo l’eliminazione in semifinale con la Stella Azzurra, abbiamo pensato di cambiare un po' la squadra andando ad incidere laddove pensavamo di avere delle lacune. Così in questa stagione abbiamo preso dieci senior che ci permettono grande qualità negli allenamenti e soprattutto in caso di infortuni, non ci creano quei problemi che abbiamo pagato molto l’anno scorso, perché chiunque entra mantiene alto livello di gioco e ritmo”.

Come giocate?

L’impronta che ho voluto dare alla squadra è prettamente difensiva ma per potere avere entusiasmo e lucidità in attacco. Non a caso abbiamo il miglior attacco e la miglior difesa del campionato, di tutti e due i gironi della Serie C Gold laziale. Voglio un gioco di corsa, dinamico. Abbiamo delle situazioni per entrare nei giochi ma poi c’è molta libertà dei giocatori che devono saper leggere la difesa avversaria e regolarsi di conseguenza in base alle loro caratteristiche. In difesa siamo aggressivi, mettiamo pressione perché non mi piace aspettare l’errore dell’avversario. Abbiamo dei lunghi dinamici che ci consentono cambi difensivi anche sugli esterni e questo facilita il compito. La mia regola è che non deve esserci una penetrazione perché voglio che ognuno tenga il proprio uno contro uno con responsabilità”.

Cosa c’è da mettere a posto ancora?

Beh questo dipende dal mio carattere. Quando giocavo ero piuttosto maniacale nel preparare la partita e nell’eseguire il compito che mi veniva affidato e questo cerco di trasmetterlo ai miei giocatori anche se non essendo dei professionisti non posso pretendere la stessa identica cosa. Ma sono fortunato ho dei ragazzi super in questo senso che sono molto professionali”.

Dal campo alla panchina cosa è cambiato per lei?

Quando giochi esegui o cerchi di faro, quello che ti viene chiesto. Da allenatore devi essere in grado di farti capire e di capire che ogni giocatore recepisce le cose che dici in modo diverso. Quindi devi imparare a parlare a tutti ed essere chiaro per tutti. E poi devi instaurare un rapporto di fiducia: i giocatori devono fidarsi ed avere stima dell’allenatore e questo si ottiene col tempo e lavorando bene ogni giorno”.

Il pubblico come sta rispondendo?

E’ una delle cose che mi rende più felice. L’ultima partita in casa era con la seconda in classifica, Carver, e già 45 minuti prima della palla a due non c’era più posto nella nostra arena. Che non è grande ma insomma…La gente viene, si appassiona e si diverte evidentemente”.

Com’è il livello del vostro girone?

Direi equilibrato. Alcune, le migliori, si possono equiparare al girone A mentre altre forse sono meno forti. Ma quando comincerà il girone unico – al termine del quale le prime due saranno promosse nella B interregionale – vedremo se questa mia impressione è reale. Comunque sia il nostro obiettivo rimane quello dichiarato al momento della fondazione della società: salire in B”.