Max Menetti, il coach rientra da Eilat e della guerra in Israele
Il coach reggiano Max Menetti è riuscito a concludere nel pomeriggio di ieri il lungo viaggio di ritorno da Israele in questi giorni di conflitto e di collegamenti obbligatoriamente limitati per ritornare in famiglia. Come è noto, Menetti è l’allenatore dell’Hapoel Eilat, la squadra della città affacciata sul Mar Rosso, nel vertice sul mare del territorio israeliano che separa Egitto e Giordania. Lo stato di guerra e la sospensione obbligata dei campionati lo hanno liberato dal contratto poi è riuscito ad arrivare ad Aqaba, in Giordania, trasferirsi ad Amman, la capitale giordana, dove ha potuto prendere un aereo diretto per Roma e poi risalire verso Reggio.
La via attraverso Israele per prendere un volo diretto da Tel Aviv, principale aeroporto israeliano, era ovviamente più complicata dovendo attraversare zone più direttamente oggetto di conflitto a terra e rischiando con i voli sempre a rischio di cancellazione. Nonostante una situazione logistica a Eilat più tranquilla (il conflitto è più a Nord attorno alla striscia di Gaza e a Gerusalemme e Tel Aviv), ma l’eco del conflitto così violento era ben percepibile come aveva raccontato lo stesso Menetti l'altro giorno. Inoltre, e non potrebbe essere diversamente, lo sport non è proprio la priorità quotidiana. L’assalto di Hamas è arrivato un paio giorni prima della trasferta dell’Hapoel Eilat a Tel Aviv per una gara, subito annullata. Il governo israeliano ha sospeso tutti i campionati, incluso quello di basket. Inutile aggiungere che non solo il tecnico reggiano ma anche la gran parte degli atleti stranieri ha scelto di ritornare a casa. Solo il Maccabi Tel Aviv è in condizioni di poter provvedere a spostarsi all'estero per le partite di Eurolega e probabilmente giocherà a Cipro.