Valencia espugna il Telekom Center del Panathinaikos più brutto dell'anno
Il più “soft” Panathinaikos della stagione cade in casa 79-89 e perde l’occasione di restare in vetta, piegato da una Valencia superiore per lucidità e profondità di soluzioni. Gli spagnoli colpiscono ogni crepa dei verdi con polifonia offensiva e gestione dei momenti: aggancio a classifica 9-5, a una vittoria dalla capolista Hapoel Tel Aviv (10-4). Il PAO, reduce da medie oltre gli 89 punti, resta basso a 79 e non trova continuità difensiva: segnali di frizione già dal primo tempo, poi la svolta nel terzo quarto a favore degli ospiti. È una sconfitta che racconta più delle cifre: ritmo perso, dettagli non curati e rimbalzo d’attacco concesso in numeri pesanti.
Proprio i numeri spiegano la serata: 13 rimbalzi offensivi concessi, rapporto assist/perse distante dal target (21 assist – 17 palle perse) e un 29,6% da tre che non punisce le scelte difensive iberiche. La “big rotation” di Ataman non trova impatto nella metà campo interna e il ferro resta indigesto in momenti chiave, mentre Valencia capitalizza seconda opportunità e piedi a terra dall’arco. Kenneth Faried, MVP del mese, è lontano dagli standard (2 punti, 3 rimbalzi, 3 perse, 4 falli) e Omer Yurtseven fatica a incidere: il frontcourt non produce, la gara scivola via nei dettagli. È la classica partita in cui la squadra ospite si prende il ritmo: ordine, letture e presenza al tabellone fanno la differenza quando la pressione sale.
Il PAO parte con Shorts, Nunn, Rogkavopoulos, Hernangómez e Faried: dopo il 3-8 al 3’, reazione immediata con Shorts che firma il sorpasso e un primo quarto 22-19 grazie alle mani calde esterne. L’inerzia oscilla: +9 al 12’ (30-21) coi tre guard in tandem, ma Valencia stringe le viti e rientra con Thompson e De Larréa a orchestrare, fino al 32-34 e poi al 44-38 di metà gara. La ripresa si apre con 9-0 Valencia (44-47), timeout Ataman e controspinta greca, ma falli di Mitoglou e Faried complicano la rotazione e gli ospiti chiudono il terzo quarto avanti 61-65. Il PAO non riesce a “costruire” dalla difesa: 27 punti subiti nella terza frazione e vantaggio esterno che si consolida al variare dei quintetti.
L’ultimo atto dice molto: Valencia pulisce il vetro, trova Taylor e Rivers dall’arco, scappa a +8 (65-73) e poi +10 (65-75) al 33’. Il PAO risponde: liberi di Shorts, recupero Grant e tripla del 70-75 che riaccende il palazzetto, ma Thompson piazza le giocate da leader — mid-range, poster e 3 punti completi — per il 74-82 che spezza la gara. Nunn cerca il colpo ma sbaglia, Mitoglou rientra da “5” nel finale, senza trovare il giro pulito: Valencia capitalizza il 13° rimbalzo offensivo e chiude con Badio fino al 79-89. Il verdetto è netto: maturità spagnola e rimpianti greci, con la classifica che si compatta in vetta e il PAO chiamato a ritrovare identità tra ritmo, spaziature e controllo dei possessi.