Il Barcelona di Pascual firma un grande colpo a Belgrado sulla Stella Rossa
Vittoria pesante e dal valore simbolico per il Barcellona: 79-89 a Belgrado, in casa di uno Zvezda reduce da sette successi consecutivi davanti al proprio pubblico. Gli ospiti entrano con autorità, tengono il vantaggio dall’alba della gara (eccezione il 2-0 iniziale) e costruiscono margine con lucidità, ritmo e scelte pulite. Il 9-5 in classifica li aggancia al gruppo di testa e manda un messaggio chiaro: quando la difesa regge e l’attacco distribuisce responsabilità, il Barça è squadra da prima fascia. È la tipica prova “da strada”, senza fronzoli: esecuzione, rimbalzi, qualità nelle letture e nervi saldi nei possessi che contano.
L’avvio dice molto dell’atteggiamento: break immediato fino al 4-15, risposta serba con orgoglio fino al 17-21 di fine primo quarto. La rincorsa dei padroni di casa trova linfa nel pick-and-roll e nelle iniziative dal palleggio, ma i catalani puniscono ogni esitazione dall’arco, firmando il 27-34 e poi il 29-40 con mani calde e piedi ben piantati nelle spaziature. Lo Zvezda, trascinato dagli esterni, ricuce fino al 37-40, ma la chiusura di primo tempo dice 39-46: ospiti sempre avanti, ritmo controllato, colpi piazzati nei momenti-chiave. È una partita che scorre a strappi, e nella fisicità il Barça non arretra: contatti accettati, possessi allungati, qualità nel tiro piedi a terra.
La ripartenza premia la pressione dei serbi: 10-0 e 52-52, palazzo acceso e inerzia che cambia volto. Qui gli ospiti mostrano carattere: controbreak, nove punti filati che valgono 55-61, e terzo quarto in cassaforte sul 57-63. Sono minuti da squadra: si alza il livello della difesa sul punto di attacco, si sporca la prima linea di passaggio e si corre con testa, senza perdere controllo. Quando la gara si fa nervosa, il Barça sceglie la strada della semplicità: extra-pass, tagli forti e letture pazienti fino al tiro di qualità.
L’ultimo periodo vede lo Zvezda tornare a un possesso (62-63), ma la risposta blaugrana è di quelle che spezzano la partita: 0-11, polifonia offensiva e +12 (62-74). Da lì in avanti è gestione: la schiacciata che chiude un set perfetto a metà campo, il gioco da tre punti che spinge al 65-80 al 36’, poi angolo e tripla del +15 (72-87) che fa calare il sipario a poco più di un minuto dalla fine. La fotografia è chiara: solidità mentale, gerarchie rispettate e mano pesante quando conta, in un palazzo non semplice da espugnare. Sulla sirena resta il 79-89, punteggio che racconta più della somma dei parziali: maturità, equilibrio e un segnale alla concorrenza.