La Stella Azzurra Roma non si ... spegne

28.07.2011 12:14 di  Sandro Spinetti   vedi letture
(foto Pino Rampolla)
(foto Pino Rampolla)

(Sandro Spinetti) E’ notizia di ieri che la “querelle” tra il Collegio S.Giuseppe di Roma, titolare del nome STELLA AZZURRA e Germano D’Arcangeli, Patron, Presidente, Coach e factotum della Società romana militante in B dilettanti, hanno trovato un accordo sulla gestione e sul futuro di quello che fu negli “anta” uno dei massimi simboli della pallacanestro capitolina.

Una Società ideata e voluta nel 1948 dal suo Fondatore Fratel Mario Grottanelli, plasmata da Francesco Ferrero, coach anche della Nazionale e Presieduta da Renato Chiaria, che per oltre 20 anni rappresentò Roma nella massima serie di pallacanestro.

Una Squadra che in soli 3 anni, dai cortili del Collegio S.Giuseppe raggiunse la Serie A e negli anni ’60, sotto la guida tecnica di Tonino Costanzo seppe battere più volte il Simmenthal di Pieri e Riminucci, giunse ai 4 tempi supplementari, finendo 2 contro 2, contro l’Ignis Varese e conquistò un 5° posto alle spalle delle blasonate formazioni lombarde e di quelle felsinee.

Una Formazione che produsse diversi giocatori per le varie Nazionali: dallo stesso Tonino Costanzo, fermato a 23 anni da una grave flebite e divenuto poi uno dei più grandi allenatori del nostro Paese, al capitano Chiaria, da Pomilio a Volpini e Rocchi, da Spinetti ad Albanese e Dal Pozzo, da Quercia a Gilardi, Vecchiato e Lazzari, fino al moderno Bargnani che per una stagione ha vestito la maglia nera con una stella azzurra al centro del petto.

Una Società che, rotto i limiti del “dilettantismo professionale”, agli inizi degli anni ’80 si propose nel professionismo sotto la guida del Vate Bianchini, del man marketing Guido Carlo Gatti e con giocatori del calibro di Sorenson, Gilardi, Lazzari, Fossati.

Un’avventura, quest’ultima, che fu importante ma di breve durata e l’inevitabile retrocessione e ridimensionamento fu mal digerito, con una caduta verticale che riportò la Stella dove era nata e da dove era partita : la palestra del Collegio S. Giuseppe.

Anni difficili, anche pesanti, che solo l’abnegazione di un altro grande, piccolo uomo della vecchia Stella seppero vivere e sopportare, riuscendo a mantenere in vita l’Opera di Fratel Mario e la splendida storia di molti di noi.

Altero Felici, da Tuoro sul Trasimeno, vicino a quella Passignano che quest’anno ha celebrato il  miglior basket giovanile, che ha insignito Alessandro Gentile del titolo di giocatore più progredito in Italia e riconosciuto ad Umberto Vezzosi i ventennali sacrifici e gli immensi meriti di un grande lavoro con i giovani e giovanissimi in Toscana e nella sua Siena.

Dicevo anni difficili, quasi anonimi, con le formazioni giovanili in via di rifondazione, con il Collegio sempre meno attento alla sua storia ed Altero ad aggrapparsi al suo Piave per opporsi al malvagio nemico: la scomparsa della Stella.

Altero Felici, l’Armando Diaz della riscossa, con a fianco un giovanissimo ed appassionatissimo Germano D’Arcangeli, improbabile giocatore, attento e scorbutico allenatore, organizzatore e manager spericolato ma estremamente capace.

Quando la storia sembra mettere il suo punto fine, scomparso anche Altero mentre era nella sua Tuoro, con i Frère sempre meno interessati alla Stella, D’Arcangeli raccoglie il testimone, si rimbocca le maniche, rompe l’anima ed altro ancora a mezza Roma e dà vita ad un “pazzo” progetto per la costruzione di un suo impianto sportivo.

Oggi chi ha l’occasione o la curiosità di andare nel Centro Sportivo di Tor di Quinto ad un tiro di schioppo dalla Sede della Federazione Italiana Pallacanestro, rimarrà positivamente sorpreso di quanto D’Arcangeli ha fatto, di come ogni anno metta un altro mattone e chiodo alla sua creatura e come sappia, in un periodo di crisi economica che consiglierebbe ben altra prudenza, navigare tra tanti squali.

Tor di Quinto, il Pala Altero Felici, forse prossimo Centro Sportivo Fratel Mario, un impianto in cui centinaia di ragazzi e di famiglie fanno sport, in una miscellanea tra sport agonistico ed attività fisica amatoriale e ludica, dal quale ogni anno escono dei buoni giocatori e tal volta un campione da NBA.

Tutto questo è stato per 5 anni al centro delle incomprensioni tra Collegio, nuovamente attento di fronte alla bella creatura e Germano D’Arcangeli, che preso da mille faccende, impegni e formazioni, da quelle maschili a quelle femminili (novità recente), non si è potuto fermare un attimo e chiudere l’auspicato accordo.

Oggi il dado è tratto, il Collegio ha riscoperto la Stella, anche per benefici economici e Germano ha scongiurato, ancora una volta, la fine di una storia iniziata oltre 60 anni fa e che oggi continua con una apprezzabile finalità ed un preciso obiettivo: attrarre e crescere i giovani alla pallacanestro.

Noi “vecchietti” all’anagrafe, ma “giovanissimi” di spirito, di riconoscenza e di affetto per Fratel Mario e per quel simbolo unico ed indelebile, siamo certi che siano stati Fratel Mario ed Altero, il Presidentissimo Chiaria ed il capitano Enzo e tutti gli Amici e Compagni di squadra che sono assisi tra le stelle del cielo, ad illuminare le menti dei contendenti e far sì che la Stella continui a brillare anche sulla terra e non si spegnesse per sempre. @RIPRODUZIONE RISERVATA