Lumezzane. Per capitan Minessi non è finita!

26.04.2009 10:29 di  Roberto Bernardini   vedi letture
Fonte: Giornale di Brescia

LUMEZZANE «Non è ancora finita», non è un semplice ritornello che si ripete la Sil per prendere coraggio. Questo bisogna darselo in altro modo. Magari riguardando che cosa ha fatto e come è stato in campo Nicola Minessi giovedì sera. Prima ci ha messo la solita inarrivabile grinta, il solito piglio da leader; poi si è procurato una contrattura al polpaccio, è stato in panchina pochi minuti, è rientrato con una fasciatura e ha giocato il finale con una gamba sola, trascinandola per il parquet come niente fosse, continuando a gonfiare la retina, difendere, recuperare palloni.
E così vuole fare anche oggi al «Villa Romiti» in gara-3 che deciderà chi tra Forlì e Lumezzane andrà in semifinale. «Come sto? Sto che non ci penso. Ho deciso di non fare esami approfonditi per paura di trovare qualcosa di più grave, che comunque non penso di avere. Si tratta di una forte contrattura al polpaccio: avevo già dei fastidi da alcuni giorni, durante la gara di giovedì ho sentito tirare. Ma se sono riuscito a rientrare sul parquet, posso farcela per Forlì. Due giorni di terapie mi hanno aiutato». Il capitano non vuole mancare, anche se «in questo momento c’è un giocatore che sta probabilmente meglio di me, è un mio grande amico e per delle assurde regole deve andare in tribuna». È Alessandro Muzio, che rientrerebbe in gioco se Minessi desse forfait. I due sono cresciuti nelle giovanili del Basket Brescia, hanno giocato insieme a Biella e si sono ritrovati alla Sil. «Non voglio mancargli di rispetto, ma se parto per Forlì è perché sento di poter dare il mio contributo. Non è un capriccio».
«Possiamo arrivare fino in fondo»
Minessi è carico e lancia frecciate ai romagnoli. «In questo momento pensano di essere già in semifinale, ma non hanno fatto i conti con il nostro orgoglio. Il nostro campionato non è finito. Possiamo andare a fare razzia ancora una volta nel loro giardino. Inoltre non abbiamo dimenticato alcune scene viste domenica scorsa e giovedì. Certi giocatori della VemSystem si sono comportati male: parole in campo che potevano evitare, atteggiamenti tutt’altro che sportivi da parte di uomini con i quali ci conosciamo da anni dentro e fuori il parquet. Sono provocazioni che ci danno altra carica. E dimostrano la grande pressione che Forlì si porta addosso: se perdono, la loro stagione è stata un fallimento, mentre se noi arraffiamo il bottino prendiamo grande morale e a quel punto potremmo anche arrivare fino in fondo».
Dopo aver visto l’arbitraggio di Bramante e Buttinelli ci si chiede cosa accadrà anche da questo punto di vista a Forlì. «Dobbiamo essere dei signori, al contrario loro, e pensare solo a migliorare quello che abbiamo sbagliato senza pensare agli arbitri. Per esempio dobbiamo tirare meglio i liberi e non concedere loro un primo tempo come giovedì, quando hanno fatto 46 punti, contro i 27 negli ultimi due quarti. Ecco, ripartiamo da questa difesa che li mette in serio imbarazzo. Certo, se ci sarà un altro finale punto a punto spero di non rivedere fischiare un antisportivo contro di noi uguale a un altro fallo non fischiato poco prima a nostro favore. Perché cose così fanno più male di una contrattura al polpaccio».


Cristiano Tognoli