LBF Techfind: le idee queste sconosciute...

Ci parliamo sempre addosso purtroppo nel movimento femminile perchè quel che manca è mettere in moto il cervello e pensare
27.04.2023 17:55 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
LBF Techfind: le idee queste sconosciute...

L’intervista di Luca Baraldi AD della Virtus Bologna di oggi sul Corriere dello sport e riportata da noi qui, apre diverse riflessioni sul basket femminile e sul suo stato di salute, alterno secondo dove si guarda.

In alto e cioè tra le prime formazioni del campionato, sembra florido.  Bologna, Schio, Venezia, Geas, Sassari, Campobasso e Ragusa hanno le migliori italiane e le straniere più interessanti. Un po' meno se si guarda da lì in giù, non tanto per la qualità delle giocatrici che in certi casi è alta, ma per l’enorme divario che c’è col resto della serie A1. In termini economici, di gioco, spesso di organizzazione, di campi. Ma anche lassù in alto non tutto va bene perché Lega e Federazione fanno molto perché il movimento rimanga chiuso nella sua nicchia di appassionati, composta dirigenti, allenatori, giocatrici, familiari, amanti, mogli, mariti, e qualche giornalista. Il grande pubblico, ma anche quello medio è tagliato fuori completamente.

Ha ragione Baraldi quando dice che c’è molto di bello da vedere nel basket femminile ma la domanda è appunto: chi lo vede? Ho trattato diverse volte la questione della non esposizione tv e della scarsa qualità media secondo me di LBF TV. Del fatto che non ci sia mai uno che dice “Siamo pochi, per favore mettetevi tutti fronte telecamera o telecamere (quando ce ne sono due) così almeno sembra più affollato”. Piccoli trucchi che altri sport usano da tempo e che prima o poi il nostro Umarell della Tv alias Giancarlo Fercioni, per anni il Regista del basket, tratterà nella sua rubrica su PB.

E’ bello che in occasione di queste semifinali scudetto il pubblico abbia avuto accesso gratuito agli impianti e la risposta di Bologna che sabato sera 29 aprile riempirà il Pala Dozza con 5500 persone, è super. Ma siamo a Bologna, città del basket abituata ai grandi eventi (anche se l’Euroleague Women è stata spesso snobbata pur in presenza di grandi squadre). Bello che si vociferi che a Milano nel caso che Il Ponte Casa d’Aste Sanga dovesse salire in A1, riceverà un aiuto di qualche tipo da Giorgio Armani che già è presente sulle maglie con EA7. Bello che a Castelnuovo Scrivia la connection con la squadra maschile, il Dethona Basket, sia così forte come ci ha raccontato Alice Pedrazzi in questa intervista. Per non parlare della solidità dell’Umana Venezia – che magari deve riflettere un bel po' sulla stagione appena finita perché al di là delle lamentose dichiarazioni del suo lamentoso coach qualcosa di troppo non è andata – e del Famila Schio.

Ma la base che dovrebbe sorreggere ed aiutare queste formazioni come quelle di livello inferiore e di altre categorie, sono le idee che mancano.

La foto qui accanto è stata scattata sabato scorso, 22 aprile alla Accor Arena, Parigi-Bercy. In quel momento era in corso la finale della Coppa di Francia femminile. Ma subito dopo era in programma la finale della Coppa di Francia Maschile!!!Non un’idea geniale ma un’idea concreta di come rendere ancora più visibile uno sport, il basket femminile, che in Francia conta circa 200 mila tesserate. L’Italia che ne ha 21 mila e spiccioli ci arriverà nel 2025 - o forse prima mi son perso qualcosa, nel caso faccio ammenda -  a giocare le finali di Coppa maschile e femminile nello stesso posto e nello stesso fine settimana. Ci arriveremo, non lo facciamo da tempo.  Noi che dovremmo far vedere l nostre ragazze in ogni trasmissione televisiva, in ogni pubblicità nazionale...

Guarda caso – ma non c’è nessun collegamento – sabato alle 16 a La Spezia si è giocata gara 1 del primo turno dei play off femminili di A2. Ebbene quando mi sono connesso per seguire la gara ho visto il palazzetto pieno (vedi foto di copertina). Bello ho detto ed ho scritto ad un dirigente di La Spezia per dire “Bravi!”.

Mi ha risposto che alle 14 avevano organizzato un Torneo di Mini basket per cui bambine e bambini erano stati invogliati a seguire la partita delle grandi chiedendo ai genitori di rimanere. Poi ha aggiunto “Per l’anno prossimo stiamo pensando di fare un mini torneo magari di 4 squadre ad ogni gara interna”. Due volte bravi. E’ anche così che si fa pubblicità. A proposito…

Nello spot di LBF TV ci sono i volti e le voci di alcune giocatrici della serie A1. Belle, simpatiche, brave. Deliziose oserei dire. Manca però Cecilia Zandalasini. Che certamente è la nostra giocatrice più famosa e rappresentativa. Come è possibile che non le sia stata fatta dire nemmeno una parola ma che compaia solo in due o tre immagini? Un amico mi ha detto “Forse ha chiesto dei soldi”. Giusto dico io, e se così fosse - non ne ho idea -  bisognava darglieli. Perché al momento è la faccia del nostro basket al femminile. C’è un’altra spiegazione? Sono pronto ad ascoltarla o leggerla e cospargermi il capo di cenere se dovessi essere clamorosamente sputtanato nella risposta. Ma sono convinto che nessuno risponderà. Come è successo in altri casi.

Il Direttore di Pianeta Basket mi ha chiesto, dopo aver letto l’intervista di Baraldi, se il modello Virtus Bologna è replicabile in altre città. Finchè ci sarà un appassionato come il signor Zanetti, o Cestaro, o Brugnaro, o Gavio, o Passalacqua o Buluggiu o gli imprenditori che vogliono portare il basket di A1 femminile a Roma,  così appassionati a questo gioco, certo che lo è, anche se l’importante sono sempre le idee prima dei soldi. Queste ed altre persone che ci mettono soldi e passione appunto, andrebbero coccolate - senza esagerare -  con iniziative, manifestazioni, esposizione, manifesti, spot, tv e quant’altro faccia conoscere il prodotto. Che andrebbe organizzato come si deve ovviamente prima d’esser venduto. Parole al vento. Può darsi ma da queste righe non ci stancheremo mai di ripetere.