Le regole che fanno chiarezza sui procuratori sportivi

Le regole che fanno chiarezza sui procuratori sportivi

Non puoi sfondare come calciatore? O come cestista? Beh ti potrebbe venire l'idea di diventare quello che ne cura gli interessi, l'agente o il procuratore che dir si voglia. Lo stato italiano mette chiarezza sul ruolo di questi importanti personaggi dello sport con una nuova legge. Alessandro Rimi ne traccia il profilo per Il Foglio.

"Per volontà del presidente del Coni Giovanni Malagò - dice l'esperto di diritto sportivo Antonio Conte al Foglio Sportivo - di concerto con il governo,  sono state apportate importanti modifiche legislative all'interno del Dpcm del 23 marzo 2018, con delibera della Giunta nazionale del 14 maggio 2020, con l'obiettivo di dar vita a un nuovo regolamento Agenti Coni.

Una serie di emendamenti, in raccordo con la normativa di derivazione europea, volti a generare un effettivo presidio di legalità e di controllo per una professione che, causa anni di caso normativo, in passato aveva creato tantissime polemiche sulla figura dell'allora procuratore."

Si fa chiarezza, finalmente, sulle differenti categorie di agenti e sulle rispettive idoneità all'esercitazione dell'attività in oggetto.

A partire dal mero Agente Sportivo Ordinario. 

"Una professione sportiva e regolamentata - continua Conte - che, come tale, risponde a criteri normativi sia nazionali sia unionali."

Nel dettaglio, l'Ordinario è il soggetto che ha conseguito un titolo abilitativo italiano ­precedentemente alla deregulation delle Federazioni Internazionali, ovvero dopo la legge istitutiva della professione in Italia.

Ne ha previsto un severo e articolato esame generale, presso il Coni, e una seconda sessione speciale presso ogni singola Federazione professionistica interessata ove vorrà accedere l'abilitato." Già, severo.

Perché l'esame da sostenere al Coni non è per niente semplice. Prevede trenta quiz (quindici di giustizia sportiva, dieci di diritto privato, cinque di diritto amministrativo( e almeno 20 risposte corrette (con 19 sei fuori).

Segue poi una prova orale con tre domande: una di giustizia sportiva legata al Coni, una di diritto privato e una di diritto amministrativo. Chiude il test da sostenere nella rispettiva Federazione. La possibilità di aggirare i livelli, dunque, è inesistente.

Tuttavia, altri modi per poter esercitare la professione di agente esistono.

 "Qui nasce l'Agente Stabilito ­ spiega il presidente della Commissione ­ovvero colui il quale ha conseguito un titolo professionale unionale equipollente a oggi, però, riscontrabile solo in Francia.

Infine c'è l'Agente Domiciliato che, in assenza di titolo extranazionale equipollente, può svolgere comunque un'attività e un'opera professionale in Italia, domicilandosi presso l'Ordinario che ne risponderà, giuridicamente in solido, dell'operato".

Di esempi qui se ne possono fare tanti. Ultimamente, per il peso del nome nel calcio, si è molto parlato di Francesco Totti, criticato ­ e qualche volta pure attaccato da alcuni procuratori per le modalità attraverso le quali opera.

Nondimeno, l'ex capitano della Roma agisce in effetti secondo regolamento: ha dato alla luce l'agenzia CT10 Management, ma con a capo il procuratore Fifa Giovanni De Montis.

Totti (che di diritto entra nel nuovo elenco degli Agenti Domiciliati) non può operare in Italia, semplicemente qualcun altro lo fa per lui.

A corredo delle nuove disposizioni in materia di agenti sportivi, il regolamento prevede inoltre le cosiddette 'misure compensative'.

Ulteriori prove attitudinali (piuttosto che un tirocinio di adattamento non superiore a 3 anni) per il riconoscimento del titolo professionale abilitante all'esercizio dell'attività in oggetto, conseguito in uno stato membro dell'Unione europea.

C'è, in aggiunta rispetto al passato, un organo vigilante affinché questa venga unilateralmente rispettata.

"La Commissione si occupa effettivamente anche di quelle che sono le attività procedimentali disciplinari - è il commento di Conte.

Ferma restando la responsabilità di ogni singola Federazione sportiva professionistica, assume grande rilievo la figura del Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P.) istituita ex novo appositamente con l'ultimo regolamento Coni, a cui è stata affidata la vigilanza del processo, e nello specifico, anche la verifica dei requisiti normativi dei singoli agenti."

Le norme prevedono sanzioni molto severe che possono portare anche alla cancellazione integrale, dell'agente colpevole, dal registro.

Oggi, c'è un procedimento disciplinare in primo e in secondo grado serio e rigoroso che garantisce la massima vigilanza sull'effettiva osservanza delle nuove norme.

"L'ente pubblico Coni - conclude l'avvocato - al contempo ha svolto in materia un ruolo istituzionale di primario e assoluto rilievo a salvaguardia sia degli interessi pubblicistici, che di quelli degli assistiti.

Va dato atto al Presidente Malagò di aver fortemente voluto una struttura normativa di altissimo profilo, con una regolamentazione domestica di qualità, e con un esame abilitativo generale che, sin dalla prima sessione del 2019, ha garantito che chi vorrà accedere a questa affascinante professione dovrà dare prova di preparazione adeguata in materie fondamentali come il Diritto privato e il Diritto amministrativo, ferma restando la centralità di una competitiva conoscenza della giustizia e del Diritto sportivo."

La conoscenza è l'unica via. Dovrebbe sempre essere così.