Varese, capitan Librizzi: «C'è grande voglia della squadra di invertire il trend»

Matteo Librizzi, capitano della Pallacanestro Varese classe 2002 e quasi profeta in patria essendo nato a Varese dove dal 2014 ha compiuto il suo percorso di crescita nella pallacanestro, racconta a La Prealpina la sua recente esperienza con la Nazionale del CT Pozzecco, e come adesso si deve ricalare nel momento della formazione biancorossa, con l'arrivo del nuovo tecnico e la necessità di fare punti per tenere a distanza quel quindicesimo posto che significa retrocessione.
La convocazione in maglia azzurra. “Bellissima esperienza anche se è mancato l'esordio ufficiale. Ma era la prima chiamata, ci poteva stare. Gruppo super, conoscevo la maggior parte dei compagni; arrivare in Nazionale A è il massimo, anche se per ora solo in allenamento. Spero di aver dimostrato a coach Pozzecco di poter essere utile in futuro”.
Librizzi ha conosciuto il nuovo coach, Kastritis. “Ho svolto solo un paio di allenamenti, ma è chiaro che le cose stanno cambiando. Coach Kastritis è arrivato col piglio giusto, lavorando molto sulla difesa che è stato il nostro problema più grande. Ma sta cercando di cambiare mentalità a partire dall'approccio agli allenamenti, in modo da farci affrontare diversamente anche le partite. Prima ascoltavamo la musica e c'era qualche scherzo in più. Ora c'è molta serietà in ogni dettaglio, ma non così tanto: una volta finito il lavoro in allenamento, il coach è il primo a scherzare con noi giocatori".
Il clima in squadra, prima di questo cambio di allenatore, non era dei migliori. “Si era creato un circolo vizioso nel quale perdere era diventato normalità. La cosa che ho visto subito è la voglia di dare una svolta a questa stagione da parte di tutti: dal primo all'ultimo dei compagni c'è stata grande disponibilità a sposare questo cambiamento, e anche quando ero in Nazionale la squadra ha lavorato duramente".
Dal punto di vista individuale, Librizzi si sta affermando come uno dei punti fermi del roster. “A livello personale sono felice, soprattutto perché rientravo da un infortunio lungo. Ma i risultati di squadra contano di più, e da varesino soffro due volte per le sconfitte del club della mia città".