Per la Valtur Brindisi è il momento della verità

Per la Valtur Brindisi è arrivato il momento della verità e di decidere se vuole proseguire la sua avventura alla ricerca di una promozione che avrebbe del miracoloso. Come ha detto Piero Bucchi dopo la debacle interna contro l’Urania Milano, adesso si riparte da zero e non c’è più bisogno di pensare a classifica, piazzamenti, incroci o altre cose di questo tipo. Il Playin è una partita secca e in questi scontri tutto può succedere, in quanto non esistono favoriti. Probabilmente è questa l’unica freccia nell’arco della Valtur Brindisi che, nonostante il blasone, non sembra presentarsi all’appuntamento nelle migliori condizioni possibili. Viene da 3 sconfitte nelle ultime 4 partite, due prestazioni sconcertanti contro Piacenza e Milano e la sensazione di essere un po’ esausta da un punto di vista mentale prima ancora che fisico.
APPROCCIO MENTALE - Dopo l’inizio horror, la rincorsa di Brindisi è stata lunga e dispendiosa. Per troppo tempo la squadra ha dovuto giocare con rotazioni ridotte, non ha mai avuto De Vico, vero equilibratore della squadra e giocatore con più esperienza nella serie, e per tre mesi ha dovuto fare a meno anche di Giovanni Vildera. Giocatori giovani come Fantoma, Del Cadia e Arletti, venuti per garantire qualche minuti di riposo ai titolari, si sono trovati a tirare la carretta e, non essendo abituati a reggere una tale pressione soprattutto mentale, è anche normale che adesso siano un po’ in difficoltà. Questo è probabilmente il lato positivo a cui deve aggrapparsi Brindisi. Innanzitutto non ha nulla da perdere, si è qualificata da ultima per il Playin, è in un momento negativo, gioca in trasferta e già raggiungere i Playoff sarebbe un mezzo miracolo con le rotazioni ridotte all’osso. Gli ingredienti per l’upset ci sono tutti, l’imprevedibilità della partita secca condisce il tutto. Altro punto che può favorire il Brindisi è che questa squadra, quest’anno, non ha mai fallito gli appuntamenti importanti. Le partite contro Fortitudo, Rimini, Cantù, Udine hanno tutte rappresentato un crocevia importante della stagione e sono state sempre vinte con prestazioni gagliarde e inaspettate. Certo, 3 di queste 4 vittorie erano in casa e giocare al Pala De Mauro non sarà lo stesso, però questa squadra ha dimostrato che agli appuntamenti sa arrivare con la testa giusta e che Bucchi sa preparare bene queste partite sia tatticamente che mentalmente. Paradossalmente, se si guarda il calendario, Brindisi ha perso i punti contro chi non doveva perderli (Piacenza, due volte contro Cento e perdendo punti sanguinosi in casa contro Nardò e Milano).
AVELLINO BESTIA NERA – Se l’aspetto mentale potrebbe incidere molto sulla partita, lo stesso si può dire per quello tecnico e qui, per Brindisi, la situazione si fa molto più cupa. Innanzitutto Avellino ha vinto entrambi i match in campionato, in due partite estremamente diverse tra di loro. All’andata una Brindisi senza Calzavara, Radonjic e De Vico cedette fisicamente negli ultimi 3 minuti dopo aver condotto per tutta la partita, mentre il ritorno è stata forse la partita più brutta della stagione in cui si è consumata la definitiva frattura tra la società e Allen e in cui forse tutti i problemi di costruzione di questa squadra vennero a galla. In realtà Brindisi si accoppia malissimo con Avellino ed è uno degli avversari peggiori che potessero capitare in questi Playin. Innanzitutto gli irpini sono dotati di grande fisico. Jurkatamm, Lewis, Earlington e Nikolic superano tutti abbondantemente i 195 cm, sono dotati di grossa stazza e non faticano a trovare mismatch favorevoli costringendo la difesa brindisina a continui raddoppi per sopperire alla mancanza di fisicità. Earlington e Lewis sono una coppia di stranieri che trova senza dubbio posto nella top 5 del campionato. Il primo ha l’unico difetto di essere a volte un po’ troppo pigro, ma è dotato di una mano morbidissima dall’arco, un fisico che gli permette di andare in post con continuità, mentre Lewis tira con il 47% da tre e ha un atletismo smisurato che gli permette di andare molto forte a rimbalzo, tanto che ne raccoglie 7 di media e spesso ha chiuso in doppia cifra nel fondamentale. Quest’ultimo è l’engima più difficile da risolvere, in quanto il ruolo di ala piccola è quello in cui Brindisi ha maggiormente sofferto per tutto l’anno dato che non ha praticamente avuto il suo titolare. A ciò si aggiungono due giocatori come Mussini e Jurkatamm che sono pericolosissimi dall’arco e tirano da tre con ottime percentuali. Questo vuol dire che i raddoppi sui mismatch devono essere ben ponderati e bilanciati, perché si crea una situazione di pericolo anche in caso di scarico sull’arco. C'è anche da dire però che Avellino in casa ha vinto 11 partite e ne ha perse nove, quindi non è propriamente una schiacciasassi. Inoltre le probabili assenza di Chinellato e Bortolin però potrebbero accorciare le rotazioni degli irpini e potrebbe essere una cosa da non sottovalutare e che potrebbe sparigliare le carte negli ultimi minuti.
IL CAPITANO CI PROVA – Tommaso Laquintana vuole esserci e farà di tutto per scendere in campo. Il capitano della Valtur, che si è fratturato il naso nell’ultima partita di campionato contro Milano, è partito con la squadra, proverà a testare la maschera e, se non sentirà dolore, sarà del match. Il resto della squadra si è allenato senza problemi ed è pronta a scendere su quel parquet che, come sempre, dirà la verità. Brown continuerà a essere un fantasma o sarà quello del match contro Vigevano? Vildera è pronto a confermare la bella forma fisica che ha lasciato intravedere contro Milano? Ogden è pronto a prendersi questa squadra sulle spalle? Calzavara sfodererà la sua classe anche in queste partite di fuoco? Le risposte ci saranno domani, giovedì 1 Maggio, alle 21:00 su RaiSport o LNP Pass.