Cantù, Allievi e Santoro duri: «Arrabbiati ma anche fiduciosi, questa maglia va sempre onorata»

A meno di quindici giorni dall’inizio del playoff, in casa Acqua San Bernardo Cantù il presidente Roberto Allievi e il GM Sandro Santoro riprendono la loro squadra in vista del momento più importante della stagione. «Chi firma per Cantù sa che c’è una maglia storica che va onorata sempre. Sono arrabbiato? Sì. Ma anche fiducioso», dice il presidente Roberto Allievi a LE-Basket News, come riporta La Provincia. «Chiudiamo con 14 sconfitte, non è quello che ci aspettavamo. Sono amareggiato e non ho dormito, ho visto una squadra non all’altezza delle mie aspettative. Mi aspettavo, anche in una partita che contava poco, che tutti dimostrassero cos’è Pallacanestro Cantù e non è successo. Certo, sono sicuro che ai playoff, la squadra tirerà fuori il proprio valore come in Coppa Italia e giocherà con determinazione e consapevolezza della maglia che indossano. Qualcuno dice che a Cantù c’è pressione: ovvio, chi firma per Cantù sa perfettamente che ci sono delle aspettative. Certo, perché sono arrabbiato. E cercherà di fare passare il messaggio: da ora in poi si devono vedere orgoglio, testa e cuore. Lo chiede il nostro pubblico, a cui a mia volta chiedo di circondare d’affetto la squadra».
Le parole di Sandro Santoro
«Chi ambisce a obiettivi alti deve trovare motivazioni proprio quando di motivazioni non ce ne sono. Gli infortuni? Oggi sono storia e nelle partite con gli infortunati, c’è stata anche la qualità per vincere, come nelle nove gare su tredici vinte senza McGee.
Togliamo quella presunzione che ho visto domenica: in questo momento non si può perdere nemmeno la partita a tressette. Dobbiamo prendere contezza del potenziale, senza dare nulla di scontato. Ma ragiono ancora su Vigevano: 19 palle perse condizionano chiunque, considerando che abbiamo preso 41 rimbalzi contro 29, significa che abbiamo dilapidato un potenziale. E che c’è stata disattenzione.
Ai nostri giovani di talento chiediamo quantità, ma la qualità deve arrivare dai più esperti, per valorizzare la quantità prodotta dal resto della squadra. E, soprattutto, devono condizionare in positivo tutti i più giovani. Pensare che qualcosa possa essere facile, anche se lo sembra in apparenza, è la cosa da cui stare lontani».