LBA - Sassari, Sardara: "Ai playoff da underdog come ci piace"

LBA - Sassari, Sardara: "Ai playoff da underdog come ci piace"
© foto di SAVINO PAOLELLA

La Dinamo Banco di Sardegna si prepara ad affrontare per la decima volta nella sua storia i playoff: decima volta anche per Stefano Sardara che, ai microfoni di Dinamo Tv, ha tracciato un bilancio della stagione 2021-2022.

Una stagione sicuramente sui generis, iniziata con qualche difficoltà ma rimessa in sesto in corso d’opera grazie a un ottimo lavoro corale: “Sapevamo di aver fatto delle scelte sbagliate, come puntare su un team molto giovane sapendo che due sarebbero arrivati dopo mesi. Siamo stati anche un po’ sfortunati: Clemmons è arrivato che aveva delle idee diverse e delle problematiche che non ci aveva raccontato: il playmaker è il cuore e questo non ha aiutato Mekoulu a crescere, poi si è presentata l’opportunità di Bilan che abbiamo colto al volo. Gli errori sono stati frutto di tante cose ma siamo stati bravi a recuperare. Sono stati bravi Federico e Piero: io credo che coach Bucchi abbia portato grande esperienza all’interno del gruppo ma soprattutto serenità in un momento in cui c’era grande necessità. Piero è stato determinante nel far ritrovare fiducia ed entusiasmo alla squadra, portando grande carisma e leadership”.

Il raggiungimento dei playoff non era scontato: “si tratta di un grande risultato per una società come Sassari che si vuole collocare stabilmente in un certo ranking del campionato. Siamo arrivati sesti, paripunti con la quarta, possiamo fare tanti calcoli ma siamo sempre lì: siamo arrivati in un bel momento, in cui la squadra sta giocando bene, in un momento di serenità a tutti i livelli dentro e fuori dal campo e questo è altrettanto positivo per i playoff. Ancora una volta partecipiamo da underdog come ci piace ed è sempre stato, per cui penso sia tutto nella direzione giusta”.

La stagione 2021-2022 però resterà negli annali per un nuovo record: la Dinamo è diventato l’unico club con tre squadre impegnate tutte in campionato e coppa. “Credo che aver investito in tre società, tutte racchiuse sotto il cappello Dinamo, sia molto importante: c’è grande crescita nel basket femminile e questo è determinante perché stiamo crescendo sotto il profilo delle giovanili e ne siamo orgogliosi. Siamo felici del progetto Dinamo Lab ma soprattutto la crescita del Mini Lab è qualcosa che ci gratifica molto. Penso che l’organizzazione dell’Eurocup 2 abbia dato l’opportunità a tanti di avvicinarsi a uno sport e un mondo molto diverso da quello che l’immaginario collettivo può pensare”.

La stagione era iniziata con la prospettiva di un passaggio di consegne in realtà la Dinamo dell’era Sardara si è arricchita di un nuovo organigramma, con l’ingresso del nuovo amministratore delegato: “È  stato un arrangiamento del progetto di vita, io sono molto impegnato e questo non mi permette di seguire la squadra come necessario. Ma alcune scelte sono arrivate naturalmente e ha portato tutti, compreso mio figlio Francesco, a prendersi un pezzo, permettendomi di fare un passo indietro rispetto al mio progetto di vita ma anche di poter ottemperare alle mie esigenze attuali. Ne sono profondamente orgoglioso perchè tutte le componenti della società stanno lavorando bene: i numeri dicono che la Dinamo sta producendo sia in ambito commerciale sia comunicativo e aziendale, e mi piace l’idea che stiamo portando uno step societario ulteriore. L’approccio di Francesco è molto manageriale e sono convinto che questo nel medio termine ci darà un vantaggio”.

Sessantadue anni di storia, undici nella massima serie, tanti playoff e tante sfide vissute in totale empatia con un’isola intera, e il grido dei tifosi “Siamo sempre qua” è il mantra che riassume una grande storia d’amore chiamata Dinamo. “Siam sempre qua è esattamente il motivo per cui lo facciamo: Sassari ha da sempre una base di tifosi a geometrie variabili accomunati dalla passione per la squadra, con alti e bassi di risultati ed entusiasmo, ma caratterizzato da un grande seguito. Siam sempre qua è un modo per dire alla gente che ci siamo sempre, sia per chi guida e fa parte del club, sia per chi lo sostiene senza guardare solo al risultato: una dichiarazione d’amore senza pari”.